News del  9 febbraio Traduzione di Monica Tamagnini
Ai tempi di Mose’, le dodici spie ebree – una per ogni tribù d’Israele – passarono in ricognizione l’intera terra di Israele, da Beersheva fino alle alture del Golan (Numeri 13:25-33):
 
  •  Dopo quaranta giorni tornarono dall’esplorazione del paese e andarono a trovare Mosè e Aaronne e tutta la comunità dei figli d’Israele nel deserto di Paran, a Cades: riferirono ogni cosa a loro e a tutta la comunità e mostrarono loro i frutti del paese. Fecero il loro racconto, e dissero: «Noi arrivammo nel paese dove tu ci mandasti, ed è davvero un paese dove scorre il latte e il miele, ed ecco alcuni suoi frutti. Però, il popolo che abita il paese è potente, le città sono fortificate e grandissime, e vi abbiamo anche visto dei figli di Anac. Gli Amalechiti abitano la parte meridionale del paese; gli Ittiti, i Gebusei e gli Amorei, la regione montuosa; e i Cananei abitano presso il mare e lungo il Giordano».
  •  Caleb calmò il popolo che mormorava contro Mosè, e disse: «Saliamo pure e conquistiamo il paese, perché possiamo riuscirci benissimo». Ma gli uomini che vi erano andati con lui, dissero: «Noi non siamo capaci di salire contro questo popolo, perché è più forte di noi». E screditarono presso i figli d’Israele il paese che avevano esplorato, dicendo: «Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo vista, è gente di alta statura; e vi abbiamo visto i giganti, figli di Anac, della razza dei giganti. Di fronte a loro ci pareva di essere cavallette; e tali sembravamo a loro».
 
Il Dio di Giacobbe si serve di questo evento storico per mettere in guardia il Suo popolo: “Fate attenzione alla propaganda che diffonde cattive notizie volte a seminare paura e incredulità!”
 
La guerra non si combatte soltanto con le armi; si combatte anche instillando terrore nel cuore del nemico. 
Sun Tzu, antico stratega militare e generale cinese, disse: “L’arte suprema della guerra consiste nel sottomettere il nemico senza combattere.”
 
Mose’ ricorda a Israele che le dieci spie avevano sovrastimato la forza del nemico, pensando che potesse resistere a YHVH e al Suo esercito ebraico, e avevano instillato terrore nei cuori del loro stesso popolo: 
 
  • Ma voi non voleste andare e vi ribellaste all’ordine del SIGNORE, del vostro Dio; mormoraste nelle vostre tende e diceste: «Il SIGNORE ci odia; per questo ci ha fatto uscire dal paese d’Egitto per darci in mano agli Amorei e per distruggerci. Dove andiamo noi? I nostri fratelli ci hanno fatto perdere il coraggio, dicendo: “Quella gente è più grande e più alta di noi; vi sono grandi città fortificate fino al cielo; e vi abbiamo visto perfino degli Anachiti”». Io vi dissi: «Non vi spaventate e non abbiate paura di loro.» (Deuteronomio 1:26-29)
 
 
I cattivi resoconti dei nostri giorni
 
La battaglia tra Hamas e Israele comporta anche una guerra di informazione. Hamas e il suo finanziatore, il Qatar (alleato americano) utilizzano la piattaforma televisiva jihadista al Jazeera per diffondere propaganda negativa volta a minare la determinazione israeliana e mettere le nazioni contro Israele.
 
I poteri occidentali vicini al Qatar e ai suoi obiettivi strategici – incluso il Dipartimento di Stato statunitense e la maggioranza dei media americani – favoriscono la diffusione di resoconti negativi su Israele. 
 
Possiamo dunque tracciare un verosimile parallelo fra i resoconti negativi attuali e quelli delle spie ai tempi di Mose’.
 
Ecco alcuni esempi recenti di come i media mainstream israeliani e le fonti anonime americane diffondono incredulità e paura:
 
  • “All’inizio di questa settimana, funzionari dell’intelligence americana hanno detto ai membri del Congresso che Israele ha danneggiato le capacità di combattimento di Hamas ma non è vicino al raggiungimento del suo obiettivo di guerra –  ovvero quello di eliminare militarmente l’organizzazione terroristica. Questo riferisce il New York Times, citando ‘funzionari americani’”.
  • “Israele non può sconfiggere Hamas. È tempo di fermare i combattimenti e pensare al futuro. . . Israele non vincerà questa guerra. In tre aree critiche Hamas, seguito da Hezbollah, è riuscito a stabilire le regole del gioco, e più a lungo continua la guerra, peggiori saranno le sue implicazioni”.
  • La RAND Corporation: “Avere a che fare con Hamas a Gaza pone Israele in un dilemma strategico: esercitare forza sufficiente per dissuadere Hamas dall’attaccare, ma non così tanta forza da far cadere il regime. Come ha affermato un analista della difesa israeliano: “Vogliamo rompere loro le ossa senza mandarli in ospedale””.
  • Wall Street Journal: “Il conflitto di Israele con Hamas è destinato a durare a lungo – entrambe le parti lottano per raggiungere i loro obiettivi fondamentali, ma senza un percorso chiaro verso un qualunque tipo di pace duratura”.
  • Autorità Palestinese: “Il Primo Ministro dell’Autorità Palestinese Mohammed Shtayyeh ha affermato giovedì che l’obiettivo bellico di Israele di sradicare Hamas è impossibile da raggiungere, perché il gruppo terroristico esiste come ‘idea’ e molti dei suoi membri più importanti non sono nemmeno nella Striscia di Gaza”.
  • Josep Borrell, capo della politica estera dell’UE: “Non esiste una soluzione militare al conflitto israelo-palestinese. Hamas è innanzitutto un’idea, e non si può uccidere un’idea con le bombe. L’unico modo per uccidere una cattiva idea è proporne una migliore, un’idea che possa dare speranza e fiducia in un futuro in cui la pace e’ possibile. Questa non può che essere la soluzione a due Stati”.
  • In una conferenza dell’8 novembre 2023, organizzata dal comune di Amman, il vice primo ministro e ministro degli Esteri giordano Ayman Al-Safadi ha affermato: “Hamas è un’idea e le idee non muoiono.”
 
 

Una parola ai saggi, direttamente da YHVH

Quando i figli e le figlie di Giacobbe ricevettero nei loro cuori le parole negative di un cattivo resoconto e le confessarono poi con le loro bocche, il Dio d’Israele rispose in modo molto sobrio.

 

  • Allora tutta la comunità gridò di sgomento e alzò la voce; e il popolo pianse tutta quella notte. Tutti i figli d’Israele mormorarono contro Mosè e contro Aaronne, e tutta la comunità disse loro: «Fossimo pur morti nel paese d’Egitto! O fossimo pur morti in questo deserto! Perché il SIGNORE ci conduce in quel paese dove cadremo per la spada? Là le nostre mogli e i nostri bambini diventeranno preda del nemico. Non sarebbe meglio per noi tornare in Egitto?» E si dissero l’un l’altro: «Nominiamoci un capo, torniamo in Egitto!» (Numeri 14:1-4)
 
Quando si accettano resoconti malvagi, ci si rende spiritualmente responsabili di ciò che si fa – specialmente se YHVH ha già fatto conoscere la Sua opinione e la Sua prospettiva in merito a quella situazione.

I figli di Israele avevano espresso una preoccupazione legittima riguardo al benessere delle loro mogli e dei loro figli. Essi temevano il danno che i Cananei e le altre tribù pagane avrebbero potuto arrecare alle loro famiglie. Tuttavia, il Dio di Giacobbe rivela che dietro a quelle presunte – e realistiche – preoccupazioni si nascondevano paura e incredulità. La generazione che aveva attraversato il deserto non sarebbe entrata nella Terra Promessa. I loro figli (per i quali temevano), sarebbero invece stati l’esercito vittorioso che avrebbe messo in fuga i guerrieri pagani di Canaan:
 
  • Il SIGNORE parlò ancora a Mosè e ad Aaronne, e disse: «Fino a quando sopporterò questa malvagia comunità che mormora contro di me? Io ho udito i mormorii che i figli d’Israele fanno contro di me. Di’ loro: “Com’è vero che io vivo, dice il SIGNORE, io vi farò quello che ho sentito dire da voi. I vostri cadaveri cadranno in questo deserto; e voi tutti, quanti siete, di cui si è fatto il censimento, dall’età di vent’anni in su, e che avete mormorato contro di me, non entrerete di certo nel paese nel quale giurai di farvi abitare; salvo Caleb, figlio di Gefunne, e Giosuè, figlio di Nun. I vostri bambini, di cui avete detto che sarebbero preda dei nemici, quelli farò entrare; ed essi conosceranno il paese che voi avete disprezzato. (Numeri 14:26-31)
 
 
L’incoraggiamento invece del rimprovero

Il sostituto di Mosè, Giosuè, figlio di Nun, ricevette forti parole di incoraggiamento da parte di YHVH. Il Dio di Giacobbe ricordo’ a Giosuè come Israele avesse creduto a un resoconto malvagio, quando YHVH aveva promesso che i loro figli (per i quali avevano “temuto”) avrebbero trionfato contro i nemici di Israele sul campo di battaglia:
 
  • Giosuè, figlio di Nun, che ti serve, vi entrerà; fortificalo, perché egli metterà Israele in possesso di questo paese. I vostri bambini, dei quali avete detto: “Diventeranno una preda!”, i vostri figli, che oggi non conoscono né il bene né il male, sono quelli che vi entreranno; a loro darò il paese e saranno essi che lo possederanno. (Deuteronomio 1:38-39)
 
Alcuni di noi sono discendenti fisici di questi guerrieri; altri camminano indossando gli stivali dell’esercito spirituale! Tutti noi possiamo trarre grande incoraggiamento ed essere rafforzati dal messaggio strategico che Dio ci rivolge in questo momento storico!
 
 
Come pregare ?
 
  • Preghiamo affinché il popolo ebraico, tutti i credenti e l’umanità intera possano ricevere rivelazione per saper distinguere fra ciò che e’ verita e ciò che e’ un resoconto malvagio in merito a Israele e Hamas.
  • Preghiamo per il salvataggio dei circa 136 ostaggi israeliani (inclusi i bambini) rapiti da Hamas, dalla Jihad islamica e dalla PFLP/PLO. Gli ostaggi sono soggetti a torture, stupro e soffrono la fame (sulla base della testimonianza di ostaggi recentemente liberati). Hamas trattiene anche molte salme per utilizzarle come merce di scambio.
  • Preghiamo affinché la crudele dittatura di Hamas a Gaza venga debellata in modo definitivo e affinché siano spezzate le catene che legano i Palestinesi in quella regione.
  • Preghiamo che il ruolo giocato dall’Iran nell’inganno jihadista, nella dissimulazione e nell’antisemitismo venga esposto alla luce, riconosciuto e rigettato dai leader politici mondiali.
  • Preghiamo che ai governanti di Israele siano concesse giustizia e chiarezza, insieme a coraggio morale, discernimento e strategie divine per poter eliminare completamente la minaccia jihadista in ogni sua forma.
  • Preghiamo affinché la perdita di vite umane sia la minore possibile tra i soldati israeliani e i civili di Gaza che sono veramente innocenti.
  • Preghiamo per l’esercito profetico ebraico in tutta la terra secondo la profezia di Ezechiele.
Le vostre preghiere e il vostro sostegno ci permettono di proseguire nell’opera che Dio ci ha affidato.
Nel Messia Yeshua,
Avner Boskey