Riceviamo da Gerusalemme, con gratitudine e apprezzamento, questo prezioso contributo.
di Fulvio Canetti
Nel passato l’antisemitismo, sorto sulla ‘’diffamazione del sangue’’ ha padroneggiato tra le masse, oggi è l’antisionismo politico che ha preso a pieno titolo il suo posto, con la nascita dello Stato d’Israele. Si può affermare, senza paura di sbagliare, che sono ambedue facce della stessa medaglia, dove l’ebreo è sempre il capro espiatorio. Incredibile a dirsi, ma l’antisemitismo mascherato da antisionismo imperversa nelle Università dell’Occidente, trovando la sua linfa nell’odio antico verso il popolo ebraico, che si rigenera e si moltiplica come la moltiplicazione dei pani e dei pesci. L’antisemitismo vietato per vergogna e per legge, è diventato un cavallo perdente, per cui i nuovi ‘’amaleciti’’ si sono gettati sul carro dell’antisionismo, giustificandosi che criticare Israele non è antisemitismo. Ma guarda! Questi furbi non sanno che gli israeliani sono scesi in piazza per settimane contro il proprio Governo? È dal 1948 che gli Stati arabi attaccano il neo-nato Stato ebraico con l’intento di distruggerlo, coadiuvati da fiancheggiatori del mondo libero, che gli arabi definiscono ‘’utili idioti’’, finanziando l’agenzia UNRWA, per i rifugiati palestinesi, il cui fine esplicito è la distruzione di Israele. Questa agenzia partorita dall’ONU ha mai portato aiuto ai milioni di rifugiati tra India e Pakistan? Oppure ai rifugiati siriani, curdi, tibetani ucraini e tanti altri? Certamente no! Non è con loro che l’ONU garantirà la distruzione d’Israele, ma con i rifugiati palestinesi gonfiati all’ennesima potenza, il cui stato di profugo durerà per tutta l’esistenza d’Israele. ’’Cessate il fuoco’’ con la ‘’soluzione a due Stati’’ è un grosso regalo a Hamas e un pericolo mortale per Israele!
La Nazione ebraica, sorta dalle ceneri della Shoà, è una spina nelle loro gole e un fumo acre nei loro occhi, invidiosi nel vedere un popolo, sopravvissuto alle prove della storia, vivere ancora. Stupiti si chiedono come sia possibile che questa ‘’rovina vivente’’ sia ancora presente nella storia del mondo, ignorando che il perno su cui ruota la tradizione ebraica sia il tempo, dove l’ebreo avanza e costruisce, onorando il proprio passato.Continua a leggere su NdI