di Marcello Cicchese
Vediamo quali sono le conclusioni che si possono trarre a questo punto dalla politica americana. Biden dice che Putin deve pagare il prezzo della sua aggressione all’Ucraina, e quindi lì la guerra deve andare avanti, costi quello che costi. Domanda: ma per la sua aggressione a Israele, anche Hamas dovrà pagare qualcosa? Sì, dice Biden, ma senza esagerare, perché adesso ci sono ben 30.000 morti palestinesi, tra cui chissà quanti bambini, e sono troppi. Davvero troppi. E poi – dice – che c’entrano i palestinesi con Hamas? Sì, ma, e i russi? Che c’entrano i russi con Putin? Perché per due anni li avete demonizzati come persone, per il semplice fatto che hanno il passaporto russo? E se siete sensibili ai morti e prendete nota con cura degli aggiornamenti palestinesi pubblicati da Hamas, perché non esigete la pubblicazione dei morti ucraini? facendovi aggiungere eventualmente anche la cifra presunta dei morti russi.
La sintetica conclusione che si può trarre sulla politica americana è quella di una disgustosa ipocrisia moraleggiante a difesa dei propri interessi di predominio internazionale. L’America (USA) sta gradatamente perdendo la sua supremazia mondiale, e come fa spesso una grande potenza in declino, cerca di rallentare la sua discesa facendone pagare il prezzo maggiore agli alleati, che fino a quel momento ha trattato come suoi sottoposti. L’America ha interesse a che la guerra in Ucraina continui al fine di logorare le forze del nemico russo. E le va molto bene che questo avvenga a spese di ucraini ed europei. Gli americani guardano, rumoreggiano, pontificano e lasciano che a morire siano gli altri. L’Ucraina, liberata o no, alla fine della guerra sarà diventata uno straccio di nazione, in balia di non si sa chi. E questo non per l’iniziale, limitata invasione russa, ma perché gli anglo-americani hanno preteso che la guerra continuasse fino al raggiungimento del loro obiettivo: la disintegrazione della Federazione russa e la sua sparizione come grande potenza. Non ci sono riusciti, hanno fatto male i conti, come accade spesso agli americani. E adesso stanno cercando di farne pagare il conto ad altri.
Tutto questo si collega con politica americana verso Israele, che è sempre la stessa, ma in condizioni molto diverse. Continua a leggere su NsI