Lo stress post-traumatico: una nuova dimensione della Shoah nel libro“Fra trauma e memoria”
Sarah Catelani
Una riflessione sulla storia della Comunità ebraica di Roma nel dopoguerra da un punto di vista inedito, che tiene conto non solo degli aspetti storici ma anche delle conseguenze psicologiche dei traumi subiti dopo la Shoah: questo è lo spunto emerso dal volume “Fra trauma e memoria. Le ricerche di Mordko Tenenbaum nella comunità ebraica di Roma” (ed. Gangemi), recentemente presentato presso laSala Mostre &Convegni della Gangemi Editore. Una storia di resilienza che ha suscitato un interesse notevole, poiché ha rappresentato un approccio innovativo che ha permesso di esplorare il lato umano della storia, mettendo in risalto le sofferenze e le sfide affrontate dalla comunità ebraica in un contesto di persecuzioni e difficoltà socioeconomiche.
Il testo è stato realizzato da studiosi di diverse discipline (Giorgio Caviglia, Claudio Procaccia, Daniela Roccas, Giorgio Sestieri, Alberto Sonnino e Alexander Tenenbaum), coordinati da Enzo Capelli.
Mordko Tenenbaum, ebreo polacco medico e partigiano, nei primi anni ’30 del ’900 venne in Italia per studiare medicina. Nel dopoguerra, in qualità di direttore dell’Organizzazione Sanitaria Ebraica, realizzò due studi sui disagi mentali e sociali della collettività ebraica e romana: “Indagine socio-psichiatrica nella Comunità ebraica di Roma”, con la collaborazione di Isidoro Isacco Tolentino, e “Some consideration on the mental ritardation and emoziona disorders among children in the Jewish Community of Rome”
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