di Anna Coen

Un borgo toscano. Inquisitori e accuse di stregoneria, un delitto e un farmacista giudeo indagato… Suspence e intrigo in un Medioevo boccaccesco ben ricostruito nel primo romanzo di Peter Hubscher
La morte di una marchesa nel fiore degli anni. Un gentiluomo che indaga e che non sa resistere alle grazie di donzelle e locandiere. E poi lo speziale, il maniscalco e la fantesca. Sullo sfondo, ecco delinearsi la lotta tra Guelfi e Ghibellini, tra Roma e Firenze, tra gli interessi del Papa e quelli dell’oligarchia fiorentina, tra gli onesti e i lestofanti, incarnati questi ultimi nelle figure di un lubrico marchese, un ignavo Podestà, un torvo inquisitore. In questo giallo medievale dalle atmosfere boccaccesche c’è tutto, gli ingredienti ben dosati e amalgamati quanto basta per far scorrere fino alla fine la storia di un omicidio da svelare.

Studioso eclettico e appassionato di Storia Medievale e della condizione degli ebrei durante questo periodo, scrittore di racconti ed ex manager editoriale, l’autore Peter Hubscher manda oggi alle stampe il suo primo romanzo e ci narra la vicenda di Messer Matteo, un giureconsulto fiorentino caduto in disgrazia: per riscattarsi, si vede a costretto ad accettare controvoglia un’indagine scomoda, “una patata bollente”. Spedito in uno sperduto villaggio toscano, si improvvisa detective e avvia ricerche e interrogatori per svelare il segreto che avvolge il delitto della nobildonna, un assassinio per avvelenamento di cui l’intero borgo sembrerebbe complice silente ma che in verità trascina sul banco degli imputati l’innocente Abramo, lo speziale, e Anna, la giovane ancella della marchesa, entrambi accusati di eresia, stregoneria e commerci con Satana. Continua a leggere su mosaico