Gruppi di studenti ideologicamente innamorati di una terra che nemmeno conoscono invadono spazi pubblici, condizionano atenei (molti ben contenti di essere condizionati!!) e si pongono in modo arrogante pretendendo l’interruzione di collaborazioni accademiche e scientifiche con le università israeliane, a causa di quanto sta accadendo in questi mesi in Medio Oriente.

Si tratta generalmente di persone provenienti da vari collettivi universitari – con una precisa matrice politica – armati di bandiere palestinesi e rigorosa kefiah d’ordinanza che, imbracciando i fucili della disinformazione calpestano tutto ciò che è cultura, incontro, dialogo e confronto.
Cioè il fulcro degli istituti universitari

Ne abbiamo avuto prova a Pisa – dove il Rettore è stato ben felice di far parlare uno studente palestinese, figlio dell’Imam della città che non ha condannato gli attacchi del 7 Ottobre; ne abbiamo avuto una prova a Bologna, a Napoli e anche a Torino, dove con la mozione volta a impegnare il Senato Accademico a interrompere ogni collaborazione con le università israeliane hanno dato reale prova di quale sia il grado di cultura democratica e pacifica che sta dietro a queste iniziative.

Il grave, tuttavia, non è solo che certi soggetti possano con deliberata violenza psicologica tentare di condizionare gli atenei, ma anche che questi atenei assecondino – come accaduto a Torino – le deliranti follie di questi pro-pal. Continua a leggere su adhocnews