News del 5 Aprile 2024 Traduzione di Monica Tamagnini

Il popolo ebraico è nato per la guerra, proprio come YHVH aveva promesso ad Abramo: “In verità ti benedirò grandemente e moltiplicherò grandemente la tua discendenza come le stelle del cielo e come la sabbia che è sulla riva del mare. E la tua discendenza possederà la porta dei loro nemici! E saranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché hai obbedito alla mia voce” (Genesi 22:17-18). La profetessa Debora e’ concorde, descrivendo la storia del suo popolo come quella nata dal combattimento: “Allora la guerra era alle porte!” (Giudici 5:8).

L’arcinemico di Israele – quella che sembrava essere l’invincibile superpotenza chiamata Assiria – ha ricevuto una parola profetica sulla guerra imminente in merito all’invasione babilonese della sua capitale, Ninive: “Le porte del tuo paese sono spalancate davanti ai tuoi nemici, il fuoco ha divorato le tue sbarre.” (Naum 3:13).

La Bibbia prevedeva tristemente che il popolo ebraico non sarebbe stato immune alle invasioni nemiche: “Né i re della terra né alcun abitante del mondo avrebbero mai creduto che l’avversario, il nemico, sarebbe entrato nelle porte di Gerusalemme.” (Lamentazioni 4:12). Inoltre, Ezechiele profetizzò che Babilonia avrebbe sfondato le porte di Sion e che molti soldati ebrei sarebbero morti in sua difesa: “Molti cadranno a tutte le porte [di Gerusalemme]!” (Ezechiele 21:15).

I figli di Giacobbe, nel corso della loro storia, hanno visto assalire le porte di Sion da tutta una serie di nemici. Proprio di recente, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato: “Siamo attaccati su sette diversi fronti: Gaza, Libano, Siria [ndr, Cisgiordania], Iraq, Yemen e Iran. Abbiamo già risposto a sei, e qui lo dico nel modo più chiaro: chiunque agisca contro di noi è un potenziale bersaglio. Non c’è immunità per nessuno”.

L’intera nazione di Israele è oggi sul piede di guerra. Ma il nemico non è solo alle porte. Ci sono nemici anche all’interno.

I denti del serpente persiano

I tamburi di guerra risuonano oggi in Iran. Uno dei principali generali del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, Mohammad Reza Zahedi (vice capo delle operazioni e acerrimo nemico di Israele) è stato eliminato in un preciso attacco aereo lunedì 1 aprile 2024 insieme ad altre sei menti del terrorismo jihadista iraniano. Questi individui “erano tutti a capo, a diverso titolo, delle relazioni con gruppi affiliati all’Iran, in particolare Hamas e Hezbollah”. L’attacco del 1 aprile 2024 viene attribuito a Israele, sebbene lo Stato ebraico sia rimasto in silenzio.

L’obiettivo e’ stato un edificio vicino al consolato iraniano a Damasco. In passato, l’Iran ha apertamente preso di mira i consolati stranieri a Teheran, compresi i consolati degli Stati Uniti (4 novembre 1979), del Regno Unito (29 novembre 2011) e dell’Arabia Saudita (2 gennaio 2016).
Nell’ultimo attacco non è stato preso di mira il consolato iraniano, ma un edificio adiacente che ospitava terroristi al servizio del governo iraniano.

Sebbene Israele non si sia assunto la responsabilità dell’attacco, l’Iran sta comunque lanciando feroci minacce allo Stato ebraico. Questa risposta persiana è conosciuta in Medio Oriente come politica del rischio calcolato. Zahedi è stato uno dei principali pianificatori degli attacchi jihadisti contro Israele da parte di Hamas (compreso il 7 ottobre), della Jihad islamica palestinese, di Hezbollah in Libano e Iraq, della Siria e degli Houthi yemeniti. Era particolarmente vicino al leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, afferma Clive Jones, specialista in Israele e Medio Oriente presso l’Università di Durham nel Regno Unito. Zahedi era soggetto a sanzioni statunitensi, accusato di aver fornito a Hezbollah missili iraniani.

Negli ultimi giorni, molti Israeliani si sono riversati a ondate nei supermercati e ai bancomat, facendo scorta di provviste nel caso in cui missili e razzi iraniani o libanesi o houthi o iracheni o siriani inizino a colpire le infrastrutture israeliane. In questo momento più che mai e’ necessario pregare per la protezione di Israele e dei suoi leader, affinché possano ricevere saggezza e strategia dal cielo per ogni scelta in ambito militare e diplomatico.

“Per l’Iran si tratta di una perdita paragonabile a quella di Qasem Soleimani, l’ex comandante in capo della Forza Quds, ucciso da un drone americano nel 2020”, afferma Shahin Modarres, specialista iraniano dell’International Team for the Study of Security (ITSS) di Verona, Italia.

E’ un déjà vu. Modarres ricorda un attacco simile, ma ancora più significativo: il precedente assassinio del capo di Zahedi, Qasem Soleimani, il 3 gennaio 2020, da parte di un drone statunitense MQ-9 Reaper vicino all’aeroporto internazionale di Baghdad alle 00:47. Il Maggiore Generale Soleimani è stato l’architetto di tutta la politica estera dell’Iran in Medio Oriente. È stato descritto dal leader della maggioranza al Senato americano Mitch McConnell come “il maestro terrorista dell’Iran”. Il 25 agosto 2019, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha dichiarato: “Israele sta agendo per colpire la testa del serpente iraniano e frantumarne i denti… L’Iran è la testa del serpente e Qasem Soleimani, il comandante della Forza Quds delle guardie rivoluzionarie, rappresenta i denti del serpente”.

Regolamento dei conti al bazar dei tappeti

Secondo fonti ufficiali iraniane, l’attacco statunitense del gennaio 2020 a Qasem Soleimani ha prodotto l’uccisione di dieci terroristi. Tra questi figuravano quattro ufficiali del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (il generale di brigata Hossein Pourjafari, il colonnello Shahroud Mozafarinia, il maggiore Hadi Taremi e il capitano Vahid Zamanian) e cinque membri iracheni delle forze di mobilitazione popolare jihadiste irachene (tra cui il vicepresidente Abu Mahdi al-Muhandis, capo del protocollo e pubbliche relazioni Muhammed Reza al-Jaberi, Mohammad al-Shibani, Hassan Abdul Hadi e Heydar Ali). A quel tempo, il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, minacciò “una dura vendetta nei confronti dei criminali che si erano bagnati le mani con il sangue [di Soleimani]”, e il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif twittò che “l’atto di terrorismo internazionale degli Stati Uniti, che ha preso di mira e assassinato il generale Soleimani. . . è estremamente pericoloso e costituisce una folle escalation”.

Nel gennaio 2020, l’ambasciatrice degli Stati Uniti presso l’ONU, Kelly Craft, ha informato il Consiglio di sicurezza dell’ONU che questo atto americano era stato un atto di autodifesa, mentre alti funzionari del Dipartimento di Stato hanno paragonato questo assassinio all’operazione Vengeance della seconda guerra mondiale, quando i piloti americani abbatterono l’aereo su cui viaggiava l’ammiraglio giapponese Isoroku Yamamoto.

L’Iran è conosciuto come un paese che sa aspettare pazientemente la sua vendetta e la sua vittoria. Ciò vale sia per il suo programma di armi nucleari che per la regolazione dei conti con l’America e Israele.

Mercoledì 27 dicembre 2023, il portavoce del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane Ramazan Sharif ha dichiarato che lo stupro, la tortura, l’omicidio e il rapimento jihadisti di Hamas del 7 ottobre 2023 di migliaia di cittadini israeliani è stato un attacco di vendetta guidato dall’Iran per l’assassinio del 2020 del leader dell’RGC Quds Qasem Soleimani durante un attacco di droni statunitensi. Secondo l’agenzia di stampa Fars, affiliata all’IRGC, Sharif ha dichiarato: “La tempesta di Al-Aqsa [nome arabo di Hamas per il pogrom jihadista del 7 ottobre] è stata una delle ritorsioni dell’Asse della Resistenza [ndr.: Iran, Iraq, Siria , Hezbollah libanesi, Hamas, Houthi yemeniti] contro i sionisti per il martirio di Qasem Soleimani”.

Il rapimento delle famiglie dei rapiti

In Israele si è scatenata una tempesta. Due delle mie recenti newsletter forniscono informazioni utili: quella del 28 marzo 2023 (“In un deserto di specchi”) e quella del 4 luglio 2023 (“La saggezza di Ahitofel”). È in corso un tentativo di rovesciare l’attuale governo israeliano, guidato da ex militari e politici israeliani. Siamo spiacenti di dover dire che questi sforzi sono apertamente sostenuti dal Dipartimento di Stato americano (vedi le recenti newsletter del 2 novembre 2023 (“Non hai tanti amici qui, amico”) e del 20 marzo 2024 (“Agitando il pugno contro la Figlia di Sion’).

Le rivolte di strada di Kaplan (incrocio di Tel Aviv dove si riuniscono i manifestanti) sono diventate progressivamente più violente durante l’estate del 2023. Queste manifestazioni sono state strategicamente pianificate, organizzate e finanziate da alcuni ex primi ministri israeliani, ex generali e famiglie legate ad agenzie di intelligence israeliane e a partiti di opposizione. Queste informazioni sono di dominio pubblico. I leader della manifestazione si sono concentrati innanzitutto sulla presunta “opposizione popolare” alla riforma giudiziaria, ma dopo il 7 ottobre hanno spostato la loro attenzione su queste due richieste al governo:

  • Riportare a casa ad ogni costo gli israeliani rapiti da Hamas;
  • Costringere l’attuale coalizione di governo israeliana a dimettersi immediatamente, consentendo così ai partiti di sinistra di colmare il vuoto politico e impostare un governo più in linea con le richieste americane. Ciò porterebbe ad un ritiro unilaterale dell’esercito israeliano da Gaza, che lascerebbe Hamas intatto e in grado di attaccare in futuro – un altro déjà vu che ricorda il disastroso disimpegno del Primo Ministro Ariel Sharon da Gaza nel 2005, a seguito del quale ebbe inizio l’attuale guerra con Hamas, che dura da 19 anni.

I manifestanti e i rivoltosi di Kaplan hanno chiarito qual e’ il loro obiettivo: “Tutti i problemi possono essere risolti immediatamente buttando fuori il Primo Ministro Bibi Netanyahu – con le buone o con le cattive”.

Nell’ultimo mese i portavoce di queste manifestazioni/rivolte violente hanno alzato la posta, incolpando l’attuale governo per i pogrom terroristici di Hamas. Nell’ultima settimana hanno attaccato fisicamente le forze di sicurezza israeliane a guardia della residenza del Primo Ministro e hanno anche tentato un brutale attacco contro il Primo Ministro stesso. La folla violenta, con in mano delle torce, evocava immagini dei pogrom, del KKK e della Berlino nazista.

Molti israeliani sono inorriditi dalle tattiche violente e anarchiche di questi portavoce antigovernativi. Sono sconvolti dal fatto che i leader della protesta di Kaplan affermino che le loro strategie rappresentino la maggioranza degli Israeliani, e soprattutto le famiglie degli ostaggi. E’ importante evidenziare che un numero significativo di Israeliani e delle famiglie degli ostaggi non incolpano il governo per le atrocità jihadiste, ma incolpano piuttosto Hamas e i suoi sostenitori. Queste persone si sono organizzate e hanno fatto sentire la loro voce, dichiarando ai manifestanti Kaplan: “Non brucerete il nostro paese!”

Sfortunatamente ci sono poteri nell’amministrazione americana che stanno appoggiando i leader del movimento Kaplan, offrendo loro consigli e finanziamenti nei loro sforzi volti a provocare un colpo di stato in Israele. Per coloro che sono nuovi a questo aspetto della politica delle superpotenze, ecco tre esempi di colpi di stato simili guidati dagli Americani nel 20° secolo:

27 giugno 1995: colpo di stato guidato dalla CIA che rovescia l’emiro Khalifa bin Hamad Al Thani e pone sul trono il principe ereditario del Qatar Hamad bin Khalifa al Thani;

11 settembre 1973: colpo di stato guidato dalla CIA, che rovescia il presidente cileno Salvador Allende e lo sostituisce con una giunta militare guidata dal generale Augusto Pinochet;

1-2 novembre 1963: colpo di stato del Vietnam del Sud, approvato dalla CIA, che rovescia il presidente Ngô Đình Diệm e lo sostituisce con il generale Dương Văn Minh;

19 agosto 1953 (28 Mordad) – Colpo di stato guidato dalla CIA che rovescia il primo ministro iraniano Mohammad Mosaddegh e pone sul trono lo scià Mohammad Reza Pahlavi.

L’incendio dei magazzini

Notiamo come ciò che accade oggi in Israele sia già accaduto ben 2.000 anni fa. Il Talmud babilonese TB Gittin 56a descrive la Gerusalemme del 68-70 d.C. poco prima della sua distruzione, quando i Romani assediavano la città e vari partiti politico-religiosi ebrei erano in lotta tra loro:

Roma inviò Vespasiano Cesare contro gli ebrei. Venne e pose l’assedio a Gerusalemme per tre anni. C’erano a quel tempo a Gerusalemme queste tre persone benestanti: Nakdimon [cioè Nicodemus] ben Gurion, ben Kalba Savua e ben Tzitzit HaKesat. . . Questi tre uomini ricchi avevano beni sufficienti per sostenere la [popolazione] assediata per ventuno anni. C’erano alcuni Zeloti tra la gente di Gerusalemme. . . Per costringere gli abitanti della città a combattere, gli Zeloti insorsero e bruciarono questi magazzini di grano e orzo, e ci fu una carestia generale.

Giuseppe Flavio, testimone oculare di questi eventi, osserva:

E questo Yehohanan di Gush Halav [Giovanni di Giscala] . . . incendio’ i magazzini ricolmi di grano e di ogni altra provvista. La stessa cosa fu fatta da Shimon bar Giora – come se lo avessero fatto apposta per servire i Romani, distruggendo ciò che la città aveva ammassato per far fronte all’assedio, e troncando così i nervi del loro stesso potere. Così avvenne. . . che quasi tutto quel grano fu bruciato, grano che sarebbe stato sufficiente per un assedio di molti anni.

Mentre la schiacciante potenza di Roma si faceva strada verso le porte di Sion, i guerrieri di Gerusalemme erano in preda alla guerra civile. La Giudea era divisa; ai Romani non restava che conquistare.

Gli Israeliani di oggi utilizzano ancora una frase risalente a quei tempi – lisrof et ha’asamim [‘bruciare i magazzini’] – per descrivere come l’odio e il desiderio di vendetta possano causare gravi danni a qualsiasi popolo. Questo antico termine viene ancora utilizzato da molti per tracciare un parallelo tra i moderni disordini sociali in Israele e gli eventi che portarono alla distruzione del Secondo Tempio a Tisha b’Av nel 70 d.C. – mentre Hamas sta conducendo la jihad contro lo stato ebraico, con l’appoggio dei suoi compagni terroristi in Libano, Siria, Cisgiordania, Iraq, Iran e Yemen.

Per buttare benzina sul fuoco, giovedì 4 aprile 2024 il Dipartimento di Stato americano e POTUS Biden hanno minacciato un embargo sulle armi contro Israele se l’esercito israeliano non si ritira immediatamente da Gaza. Ciò vanificherebbe l’intero obiettivo strategico di questa guerra – poiché consentirebbe ad Hamas di sopravvivere e prosperare. Nel frattempo, la rete televisiva dei Fratelli Musulmani del Qatar, Al Jazeera, canta di gioia, trasmettendo continuamente videoclip dei manifestanti israeliani di Kaplan che bloccano le autostrade o attaccano la polizia israeliana e gli addetti alla sicurezza che difendono la Knesset e la residenza del Primo Ministro.

Come pregare?

– Preghiamo che YHWH dia rivelazione al popolo ebraico riguardo al piano di Satana, che istiga divisione, distruzione e guerra civile e che li porti al ravvedimento.

– Preghiamo che il complotto per un colpo di stato venga rivelato e neutralizzato.

– Preghiamo per il salvataggio dei circa 134 ostaggi israeliani (inclusi i bambini) rapiti da Hamas, dalla Jihad islamica e dalla PFLP/PLO. Gli ostaggi sono soggetti a torture, stupro e soffrono la fame (sulla base della testimonianza di ostaggi recentemente liberati). Hamas trattiene anche molte salme per utilizzarle come merce di scambio.

– Preghiamo affinché la crudele dittatura di Hamas a Gaza venga debellata in modo definitivo e affinché siano spezzate le catene che legano i Palestinesi in quella regione.

– Preghiamo che il ruolo giocato dall’Iran nell’inganno jihadista, nella dissimulazione e nell’antisemitismo venga esposto alla luce, riconosciuto e rigettato dai leader politici mondiali.

– Preghiamo che ai governanti di Israele siano concesse giustizia e chiarezza, insieme a coraggio morale, discernimento e strategie divine per poter eliminare completamente la minaccia jihadista in ogni sua forma.

– Preghiamo affinché la perdita di vite umane sia la minore possibile tra i soldati israeliani e i civili di Gaza che sono veramente innocenti.

– Preghiamo per l’esercito profetico ebraico in tutta la terra secondo la profezia di Ezechiele.

Le vostre preghiere e il vostro sostegno sostengono le nostre braccia e rappresentano l’aiuto pratico di Dio per noi nell’opera che ci ha chiamato a svolgere.

Nel Messia Yeshua,

Avner Boskey

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