Ricordiamo a tutti che Avner Boskey sarà uno dei nostri relatori al prossimo Raduno Edipi Israele News del 17 Aprile 2023 Traduzione di Monica Tamagnini
Il 13 e il 14 aprile 2024 Israele e’ stato bombardato dall’Iran. E’ stata la seconda volta, nella breve storia moderna di Israele, in cui razzi sono stati lanciati sullo Stato ebraico da un paese non confinante. I primi attacchi avvennero nel gennaio-febbraio 1991, quando Saddam Hussein lanciò missili SCUD. Si tratta di un evento significativo e con ramificazioni geopolitiche. in In merito all’assalto iraniano allo Stato ebraico, avvenuto con oltre 300 razzi, missili e droni domenica 14 aprile 2024, l’inviato israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza: “Questo attacco ha oltrepassato di gran lunga la linea rossa”.
Invieremo tre newsletter su questo argomento. La prima parte tratta del background iraniano, della pianificazione strategica, militare e diplomatica e degli inquietanti paralleli storici risalenti al 2020. La seconda parte approfondirà i dettagli della battaglia: sara’ una descrizione dettagliata dell’attacco iraniano e della sorprendente controffensiva da parte di Israele e dei suoi alleati al massiccio lancio di droni iraniani, razzi balistici e missili da crociera – al 99% neutralizzati. La terza parte presenterà le prospettive strategiche americane e israeliane sulla situazione e gli obiettivi di realpolitik per il futuro.
Notizie istantanee nell’era dell’instabilita’
«Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà» (Daniele 12:4).
Viviamo nell’era dell’esplosione dell’informazione. I cavi in fibra ottica trasmettono l’intero insieme delle informazioni disponibili al 70% della velocità della luce, dai centri d’informazione in Islanda fino allo schermo del tuo computer di casa, del tuo laptop o cellulare. I racconti relativi alle battaglie o agli oscuri intrighi delle superpotenze, che anni fa impiegavano mesi o decenni per diventare di dominio pubblico, ora arrivano nel tuo salotto con un clic del mouse. Il recente attacco iraniano contro Israele, sferrato con missili, razzi e droni (13-14 aprile 2024) è un esempio di questa dinamica digitale.
Nel magnum opus di George Orwell, 1984, le guerre infuriavano costantemente tra le tre superpotenze Oceania, Eurasia ed Estasia. A seguito dei cambiamenti nelle alleanze geopolitiche, bisognava riscrivere le notizie, esprimendo nuove lealtà, “nuovi fatti” e nuove posizioni politiche. Le notizie che erano state precedentemente pubblicate dovevano essere immediatamente modificate: le colonne dei giornali dovevano essere riscritte e nuove foto dovevano essere incollate su quelle vecchie. La fantascienza distopica di Orwell è diventata la realtà attuale. Un esempio e’ proprio lo scontro militare di questo fine settimana. E’ necessario svelare tutto un insieme di intrighi dietro le quinte se si vuole comprendere che cosa è appena successo e che cosa sta per accadere.
L’assassinio del generale jihadista
Il 1° aprile 2024, il comandante della Forza Qods del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica in Siria e Libano, generale Mohammad Reza Zahedi, è stato ucciso vicino all’ambasciata iraniana a Damasco, in quello che si presume essere un assassinio mirato dell’aeronautica israeliana. Nell’attacco sono stati eliminati anche altri due generali jihadisti e quattro funzionari dell’IRGC (tutte menti del terrorismo). La domanda che viene spontaneo farsi e’: perché è stato preso di mira e cosa ci faceva in un edificio vicino all’ambasciata iraniana?
La risposta è stata fornita dalle autorità ufficiali iraniane stesse due giorni dopo, il 3 aprile 2024. Il Consiglio della coalizione iraniana delle forze della rivoluzione islamica (guidato da Gholam-Ali Haddad-Adel, consigliere del leader supremo iraniano Ali Khamenei, nonché suocero del figlio di Khamenei, Mojtaba Hosseini Khamenei) ha pubblicato un comunicato di lutto e apprezzamento per il generale Zahedi: “Il ruolo strategico del martire Zahedi. . . nella pianificazione e nell’esecuzione del ‘diluvio di al-Aqsa’ [Tufan al-Aqsa, طوفان الأقصىed – il nome arabo dei massacri di Hamas del 7 ottobre 2023] fa parte del grande orgoglio che trasformerà gli sforzi silenziosi del grande comandante nella storia eterna della lotta contro l’occupazione del regime sionista”.
Questa dichiarazione è stata essenzialmente un’ammissione ufficiale del coinvolgimento dell’Iran, sia nella pianificazione che nell’esecuzione dell’attacco terroristico jihadista di Hamas del 7 ottobre contro i civili israeliani al confine di Gaza.
Supponendo che sia stato veramente Israele ad accelerare la comparsa di Zahedi davanti al suo Creatore, il motivo dell’eliminazione del generale iraniano è evidente: Zahedi aveva pianificato e supervisionato l’omicidio di oltre 1.500 israeliani il 7 ottobre. Le atrocità erano state pianificate fin nei minimi dettagli, inclusi gli stupri di massa, le torture, gli orribili omicidi e i rapimenti. Il Dio d’Israele fornisce la Sua prospettiva circa il giudizio che viene su un tale uomo: “Nazioni, cantate le lodi del suo popolo! Poiché il SIGNORE vendica il sangue dei suoi servi, fa ricadere la sua vendetta sopra i suoi avversari, ma si mostra propizio alla sua terra, al suo popolo.” (Deuteronomio 32:43).
L’ambasciatore dell’Iran presso le Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani, ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza, domenica 14 aprile 2024, che “l’operazione dell’Iran era interamente nell’esercizio del suo diritto intrinseco all’autodifesa. L’azione conclusa era necessaria e proporzionata”. Si tratta di un’ambiguità diplomatica, perché, in realtà, non è stata colpita l’ambasciata. L’edificio preso di mira si trovava all’esterno del complesso recintato dell’ambasciata. Gli obiettivi all’interno di quell’edificio erano i terroristi, i nemici mortali dello Stato ebraico e del mondo sunnita.
E’ ironico notare come il principale esportatore mondiale di terrorismo fa appello al principio del “diritto intrinseco all’autodifesa” quando i suoi generali-terroristi, sponsorizzati dallo stato, vengono eliminati. I media mondiali, dal canto loro, non offrono alcuna risposta etica e nessuna analisi delle affermazioni dell’Iran a questo riguardo. Va detto che l’Iran non è stata l’unica nazione a lanciare missili balistici/droni/missili da crociera contro Israele. Siria, Iraq, Libano e Yemen Houthi si sono tutti uniti agli attacchi. Anche questi paesi agivano per legittima difesa?
La visione profetica dell’Iran
La strategia di guerra iraniana non è iniziata il giorno dopo l’attacco a Damasco. I loro obiettivi jihadisti – islamici – sciiti vanno ben oltre Israele. Muwaffaq Matar, membro del Consiglio rivoluzionario di Fatah (OLP), scrive sul quotidiano dell’Autorità Palestinese “Al-Hayat Al-Jadida”: “L’obiettivo finale della cosiddetta ‘Forza Qods’ [dell’IRGC] è quello di prendere il controllo di [Amman], la capitale della regione hashemita, il Regno di Giordania, invadere la sponda orientale del Giordano ed eliminare l’impresa nazionale palestinese” (Al-Hayat Al-Jadida, 2 aprile 2024).
L’Iran mira a conquistare e soggiogare l’Arabia Saudita, gli Stati del Golfo, la Giordania, la Siria, il Libano, Israele e l’Egitto, trasformando il Medio Oriente in un califfato, in una dittatura sciita.
Una recente conferma di questi piani arriva da un post su Telegram del 1 aprile 2024 di un funzionario della milizia irachena, Kata’ib Hezbollah (filo-iraniano), che rivela i piani operativi sciiti per costituire una milizia giordana di 12.000 membri armati, che agirebbero in Giordania contro Israele sotto comando iraniano.
Le citazioni qui sotto risalgono alla nostra newsletter del dicembre 2018 (https://davidstent.org/three-red-cherries-and-a-one-armed-bandit/), ma sono più che mai attuali e ci aiutano a comprendere meglio la situazione odierna:
- Oltre 2.500 anni fa l’antica Persia (l’attuale Iran) fece marciare un esercito di 500.000 uomini fino alle coste del Mediterraneo e invase la Grecia. Il sogno moderno degli ayatollah iraniani e del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane è quello di conquistare il mondo con la versione sciita della jihad islamica. Il suo obiettivo è un’autostrada controllata dall’Iran – una mezzaluna sciita – che si estende dall’Iran attraverso l’Iraq, e arriva fino alla Siria e al Libano.
- Secondo il dottor Azeem Ibrahim (Ph.D. Cambridge, International Security Fellow presso la Kennedy School of Government di Harvard, professore aggiunto di ricerca presso lo Strategic Studies Institute, U.S. Army War College), “L’Iran ora domina l’Iraq, il Libano e la Siria, e potrebbe finire per dominare lo Yemen. Sta estendendo con successo la “mezzaluna sciita”.
- Nel gennaio 2016, un confidente del principe ereditario saudita Mohammad bin Salman ha affermato che il mondo arabo si trova di fronte non a “una mezzaluna sciita” (uno spicchio di luna), ma “a un luna piena sciita”.
L’Iran rende noti i suoi obiettivi
I leader iraniani jihadisti non permetteranno mai che l’assassinio del generale Mohammad Reza Zahedi, avvenuto il 1 aprile 2024, rimanga impunito. L’Iran ha iniziato i preparativi per l’attacco a Israele e i suoi sforzi sono stati ampiamente documentati dai media mondiali. Allo stesso tempo, sono continuate anche le comunicazioni dietro le quinte con gli Stati Uniti. L’Iran ha trasmesso un messaggio tramite il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan (affinché fosse trasmesso a Washington) riguardante gli obiettivi del suo imminente attacco a Israele. Una fonte diplomatica turca – anonima – ha dichiarato: “L’Iran ci ha informato in anticipo di ciò che sarebbe successo”. Una fonte della sicurezza turca ha affermato che il capo della CIA William Burns aveva parlato con Ibrahim Kalin, capo dell’agenzia di intelligence turca del MIT, durante le vacanze dell’Eid al-Fitr (9-12 aprile) e aveva chiesto alla Turchia di agire come mediatore tra Iran e Stati Uniti.
Il 4 aprile Fidan e il segretario di Stato americano Anthony Blinken si sono incontrati a Bruxelles a margine di una riunione della NATO. L’11 aprile 2024, il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha osservato che “il segretario Blinken è stato impegnato nella diplomazia nelle ultime 24 ore attraverso una serie di chiamate alle controparti straniere, tra cui il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. . . [Blinken] ha parlato con il ministro degli Esteri turco ieri sera [10 aprile]”. Durante quella conversazione, Fidan ha trasmesso a Blinken il messaggio dell’Iran. Il 14 aprile 2024 il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha dichiarato: “Il segretario di Stato Antony J. Blinken ha parlato oggi con il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. . . Il segretario Blinken ha ringraziato il ministro degli Esteri Fidan per il suo continuo impegno nel prevenire un’ulteriore escalation nella regione”. Secondo la fonte araba al-Monitor, “i funzionari turchi hanno rivelato durante il fine settimana che [prima del 13 aprile] la Turchia ha svolto il ruolo di mediatore nell’escalation, incanalando reciprocamente le aspettative di Teheran e Washington”.
Nello scambio di messaggi tra l’americano Blinken e il turco Fidan del 10 aprile, la fonte diplomatica turca anonima spiega: “L’Iran ci ha informato in anticipo di ciò che sarebbe successo. Possibili sviluppi sono emersi anche durante l’incontro con Blinken, e loro (gli Stati Uniti) attraverso noi hanno comunicato all’Iran che questa reazione deve rimanere entro certi limiti. In risposta, l’Iran ha affermato che la reazione sarebbe stata una risposta all’attacco di Israele alla sua ambasciata a Damasco e che non sarebbe andata oltre.
Un alto funzionario dell’amministrazione Biden ha dichiarato domenica 14 aprile 2024 che gli Stati Uniti avevano “comunicazioni dirette attraverso il canale svizzero” (intermediari svizzeri) sia prima che dopo l’attacco di massa di droni e missili dell’Iran contro Israele. L’alto funzionario statunitense ha dichiarato che l’Iran ha comunicato attraverso il canale svizzero: “Abbiamo ricevuto un messaggio dagli Iraniani, attraverso gli Svizzeri, mentre questa cosa era in corso. Mohammad Bagheri, capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, ha dichiarato alla televisione di stato iraniana: “Abbiamo inviato un messaggio all’America attraverso l’ambasciata svizzera”.
Funzionari iracheni, giordani e del Qatar hanno aggiunto che l’Iran li aveva avvisati tempestivamente in merito all’attacco e agli obiettivi. Un funzionario della sicurezza iracheno e un consigliere per la sicurezza del governo hanno affermato che “l’Iran ha utilizzato canali diplomatici per informare Baghdad dell’attacco, almeno tre giorni prima che questo avvenisse”. “Il governo iracheno”, ha detto il funzionario della sicurezza, “ha capito chiaramente dai funzionari iraniani che anche l’esercito americano in Iraq era a conoscenza dell’attacco”. Un alto funzionario giordano ha affermato che l’Iran aveva convocato gli inviati arabi a Teheran mercoledì 10 aprile 2024 per informarli dell’imminente attacco. Alla domanda se l’Iran avesse fornito dettagli anche sugli obiettivi e sul tipo di armi da utilizzare, il funzionario giordano non ha risposto direttamente ma ha indicato che era così.
È sconcertante osservare come il Dipartimento di Stato americano, il POTUS, la comunità dell’intelligence e l’esercito americano siano stati tutti coinvolti nei negoziati con la Repubblica Islamica dell’Iran in merito al suo imminente attacco all’alleato americano Israele – alla portata dell’attacco, alle armi da utilizzare e alle vittime previste. E come gli Stati Uniti non abbiano minacciato l’Iran ne’ abbiano cercato di impedire l’attacco, ma abbiano manipolato la situazione per i loro obiettivi strategici in Medio Oriente. (Nel caso di Jonathan Pollard, gli Stati Uniti nascosero a Israele informazioni di intelligence riguardanti il programma di guerra chimica di Saddam Hussein contro lo Stato ebraico e ne negarono l’esistenza.)
13-14 aprile 2024 – uno scontro da Guerre Stellari senza vittime
Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha detto domenica che l’Iran ha dato ai paesi vicini e all’alleato di Israele – gli Stati Uniti – un preavviso di 72 ore prima di lanciare gli attacchi e che questi attacchi avrebbero evitato vittime civili. Un alto funzionario dell’amministrazione del presidente americano Joe Biden ha negato la dichiarazione iraniana, affermando che Washington non ha ricevuto alcun preavviso di 72 ore. “Questo non è assolutamente vero”, ha detto il funzionario. “Non hanno notificato nulla, né hanno suggerito quali sarebbero stati gli obiettivi, così da poter provvedere all’evacuazione. Avevano chiaramente l’intenzione di distruggere e causare vittime attraverso un attacco altamente distruttivo.” I funzionari della difesa statunitensi hanno definito l’attacco iraniano “di fascia alta” rispetto a quanto previsto, e negano le notizie secondo cui Teheran avrebbe dato un preavviso di tre giorni all’attacco: “L’intento era chiaramente quello di causare danni gravi e morte”.
L’unica persona ferita in Israele dagli attacchi missilistici iraniani è stata una bambina beduina di 7 anni, Amina Hassouna della comunità beduina al-Fura tra Beersheva e Arad. È stata colpita mentre giaceva nel suo letto ed è stata gravemente ferita dalle schegge di un missile balistico intercettato.
Alla luce della dichiarazione pubblica dell’Iran di aver evitato di causare vittime civili israeliane, vale la pena ricordare un evento che fa riflettere nella storia iraniana. Due giorni prima degli attacchi missilistici dell’Iran, l’11 aprile 2024, la Corte federale di cassazione penale argentina aveva stabilito che l’Iran e Hezbollah avevano commesso crimini contro l’umanità ed erano responsabili dell’omicidio di 85 ebrei, con bombardamenti (300 tonnellate di esplosivo) il 18 luglio 1994 presso l’Asociación Mutual Israelita Argentina (AMIA) e l’attentato suicida contro l’ambasciata israeliana il 17 marzo 1992 (29 morti, 242 feriti), entrambi a Buenos Aires. La Corte ha affermato che l’attentato all’AMIA “è stato organizzato, pianificato, finanziato ed eseguito sotto la direzione delle autorità dello Stato Islamico dell’Iran nel quadro della Jihad islamica e con il principale intervento dell’organizzazione politica e militare – Hezbollah. ”
Alla luce della recente dichiarazione iraniana del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, secondo cui i suoi attacchi missilistici contro Israele erano “interamente nell’esercizio del diritto intrinseco dell’Iran all’autodifesa della sua ambasciata a Damasco”, come spiegherebbe l’IRCG i suoi attentati terroristici contro l’ambasciata israeliana e contro il Centro comunitario ebraico a Buenos Aires?
3 gennaio 2020 – L’American Reaper sui cieli di Baghdad
Il 3 gennaio 2020, subito dopo mezzanotte, un drone statunitense MQ-9 Reaper si aggirava nello spazio aereo sopra l’aeroporto internazionale di Baghdad, in attesa di un aereo Airbus A320 Cham Wings dall’aeroporto internazionale di Damasco. A bordo c’era il capo del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche iraniane (Forza Quds), Qasem Soleimani (noto come “il comandante ombra”) e altre figure militari iraniane. Abu Mahdi al-Muhandis (leader delle forze di mobilitazione popolare irachene) stava aspettando sulla pista per dargli il benvenuto.
Secondo Arab News, con sede in Arabia Saudita, un drone dell’Air Combat Command dell’USAF, che ha attaccato il convoglio di Soleimani, era stato lanciato dalla base aerea di Al Udeid in Qatar, gestita dagli Stati Uniti, dal CENTCOM, controllato a distanza dagli operatori della base dell’aeronautica militare di Creech nella contea di Clark, nel Nevada. L’aeronautica iraniana ha dichiarato che ha partecipato anche la base aerea di Ali Al Salem in Kuwait. Secondo Ahmed al-Asadi, membro del parlamento iracheno, anche i droni sono decollati dalla base aerea militare irachena di Ayn al-Assad e sono tornati direttamente alla base di Ain al-Assad dopo aver compiuto l’assassinio.
Alle 00:47, ora di Baghdad, mentre l’entourage jihadista si stava allontanando verso il centro di Baghdad su una Toyota Avalon e una Hyundai Starex, il Reaper ha lanciato diversi missili, colpendo il convoglio su una strada di accesso. Le due auto sono state avvolte dalle fiamme e dieci persone hanno perso la vita.
Secondo l’esperto giornalista israeliano Ehud Yaari, la cattura di questo assassino di massa iraniano e’ stato “l’assassinio più significativo – dal punto di vista ebraico – fin dai tempi dell’assassinio di Reinhard Heydrich, l’architetto della Soluzione Finale, a Praga nel 1942. Quest’uomo era il cervello e il motore della macchina iraniana che stava cercando di avviluppare il Medio Oriente come una piovra… Lui era il capo della piovra.”
4 gennaio 2020 – Prima risposta iraniana all’assassinio di Soleimani
Un portavoce del governo iraniano ha reso noto che il massimo organismo di sicurezza del paese terrà a breve una riunione straordinaria per discutere dell’“atto criminale di attacco”. Il leader supremo dell’Iran, Ali Khamenei, ha avvertito che ci sara’ una “dura vendetta”. Il 4 gennaio 2020 il POTUS Donald Trump ha avvertito Teheran che qualsiasi ritorsione per l’assassinio avrebbe portato gli Stati Uniti a prendere di mira 52 importanti siti iraniani. Si dice che i 52 siti rappresentino i 52 ostaggi americani rapiti durante la crisi degli ostaggi in Iran.
La profonda cicatrice lasciata dall’assassinio americano del massimo generale jihadista iraniano, nel gennaio 2020, ha prodotto echi che risuonano ancora oggi. Ecco un esempio: il 27 dicembre 2023, il portavoce del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane Ramazan Sharif ha affermato che il devastante attacco del 7 ottobre 2023 del gruppo terroristico Hamas contro Israele e’ stato una vendetta per l’assassinio americano del 2020 del capo della Forza Quds dell’IRGC Qasem Soleimani.
Poco dopo la conferma della morte di Soleimani (4-5 gennaio 2020), le agenzie di intelligence statunitensi hanno riferito che i reggimenti di missili balistici iraniani erano pronti all’uso. L’Iran stava per iniziare un attacco contro le truppe americane di stanza ad Ain al-Assad in Iraq.
L’Iran e gli Stati Uniti coordinano l’attacco del gennaio 2020 contro le truppe statunitensi in Iraq
In un rapporto di Iran Wire dell’8 gennaio 2020, un anonimo diplomatico iraniano aveva rivelato che l’Iran aveva deciso di lanciare un attacco missilistico contro le truppe statunitensi (dopo diversi giorni di discussione da parte del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano) diretto contro basi militari e infrastrutture e non contro il personale. Alcuni ufficiali dell’IRGC avevano insistito sul fatto che la vendetta dell’Iran contro gli Stati Uniti doveva essere frenata, “poiché l’uccisione di Americani avrebbe portato ad una guerra totale e ad una massiccia distruzione in Iran, che avrebbe potuto far cadere il regime”. L’allora ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, disse che il regime iraniano si co-ordinava con l’America circa questi attacchi, informando l’America in anticipo. L’Iran ha informato l’Iraq dei suoi piani di lanciare missili contro le basi statunitensi, sapendo che l’Iraq avrebbe poi informato gli Stati Uniti, affinché venissero prese precauzioni volte a prevenire la perdita di vite umane. Il primo ministro iracheno Adel Abdul Mahdi concorda sul fatto che il suo governo era stato avvertito dall’Iran dell’attacco imminente. Il consigliere del primo ministro ha detto a Reuters che l’Iran ha informato l’Iraq, un altro paese arabo e un paese europeo (probabilmente la Svizzera) dell’imminente attacco alle truppe statunitensi.
POTUS Donald Trump ha comprovato questi eventi su Sunday Morning Futures di Fox News, il 4 febbraio 2024:
“Li abbiamo colpiti [l’Iran] molto duramente [l’assassinio di Soleimani] a motivo di quello che avevano fatto, e loro, a loro volta, hanno dovuto rispondere. Lo capisco. Mi hanno chiamato dicendomi “Colpiremo un certo obiettivo, ma non lo colpiremo veramente, rimarremo fuori dal perimetro…”, e infatti sono stati esplosi 16 missili, ma non hanno colpito l’obiettivo. E ora lo svelo. Ci hanno detto: “Per favore, non attaccateci! Non vi colpiremo veramente … mostreremo rispetto.”
Nell’ottimo articolo del MEMRI del 10 novembre 2021 di Yigal Carmon e M. Reiter “Iran’s January 2020 Strikes on U.S. Ayn al-Asad Airbase” (“Attacchi iraniani del gennaio 2020 sulla base aerea americana di Ayn al-Asad”) ci informano che:
“I comandanti dell’unità USAF ad Ayn Al-Asad hanno descritto il giorno dell’attacco su un sito web dell’aeronautica americana. Il tenente colonnello Staci Coleman, che era il comandante del 443° squadrone di spedizione aerea, e i membri del suo squadrone, hanno testimoniato di essere stati informati di un imminente attacco missilistico balistico iraniano quasi sei ore prima dell’attacco. Il capitano Wesley Florez, l’ufficiale esecutivo del primo gruppo di salvataggio di spedizione, ha detto di aver ricevuto informazioni sull’attacco nel primo pomeriggio precedente. Secondo i rapporti dei soldati iracheni ad Ayn Al-Asad, le forze statunitensi hanno iniziato a prepararsi per l’attacco missilistico e ad evacuare la base circa otto ore prima che avvenisse.
Il sergente di squadra Karla Maldonado e il sergente maggiore Shane Rehbein, che erano controllori del traffico aereo presso il 442° squadrone di spedizione aerea presso la base aerea di al-Taqqadum, a meno di 100 miglia da Ayn Al-Asad, hanno riferito che poche ore prima dell’attacco a Ayn Al-Asad, avevano fatto atterrare 28 elicotteri che avevano evacuato dalle “basi vicine” ad Al-Taqqadum. Il rapporto non specifica il luogo da cui sono stati evacuati questi elicotteri. Intorno alle 4:00, meno di due ore dopo la fine del bombardamento missilistico su Ayn Al-Asad, gli elicotteri evacuati hanno iniziato a lasciare Al-Taqqadum.
Apparentemente, le forze americane nella base aerea di Ayn Al-Asad avevano ricevuto un preavviso sufficiente per evacuare 1.000 soldati e 50 aerei. Il maggiore dell’esercito americano Alan Johnson, un ufficiale dell’intelligence presente nella base aerea di Ayn Al-Asad, ha affermato che “i rapporti dell’intelligence includevano informazioni circa il rifornimento di missili balistici iraniani.”
L’8 gennaio 2020, le forze iraniane hanno lanciato missili balistici contro le truppe statunitensi di stanza nella base aerea di Ayn al-Asad e in una base aerea vicino a Erbil, entrambe in Iraq. Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ha dichiarato che gli attacchi facevano parte della loro rappresaglia per l’uccisione di Soleimani. Inizialmente non furono segnalate vittime irachene o americane, anche se il Pentagono confermò che diverse decine di militari erano rimasti feriti. Secondo l’Agenzia di stampa degli studenti iraniani (ISNA), l’organo di stampa statale del paese, l’Iran ha lanciato decine di missili terra-terra sulla base in due ondate, a circa un’ora di distanza l’una dall’altra. Un portavoce militare del CENTCOM statunitense ha detto che sono stati lanciati un totale di 15 missili: dieci hanno colpito la base aerea di Ayn al-Asad, uno ha colpito la base di Erbil e quattro missili hanno mancato l’obiettivo. L’attacco ha lasciato grandi crateri nel terreno, ma non ha causato vittime negli Stati Uniti.
Nelle ore successive all’attacco, il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha twittato: “L’Iran ha adottato misure proporzionate di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite contro la base da cui era stato lanciato un codardo attacco armato contro i nostri cittadini e alti funzionari. Non cerchiamo un’escalation o una guerra, ma ci difenderemo da qualsiasi aggressione.”
Il comandante del CENTCOM, generale Kenneth McKenzie, ha aggiunto il 28 febbraio 2021: “Avevamo un piano per reagire, nel caso in cui ci fossero state perdite americane.”
L’Iran e gli Stati Uniti hanno coordinato l’attacco dell’aprile 2024 contro Israele
Confondere gli strateghi avversari in merito alla capacità delle proprie truppe e in merito alle proprie intenzioni e’ da sempre una strategia militare molto utilizzata. Questa tattica di guerra è chiamata “inganno sul campo di battaglia”. Dal cavallo di Troia all’operazione Bodyguard (l’invasione della Normandia; http://www.au.af.mil/au/aul/bibs/future03/future03c.htm), si evince come sia possibile ottenere vantaggio sul campo di battaglia ingannando il proprio nemico e inducendolo a pensare di non essere preparati. Il Mossad israeliano ha come motto il proverbio di re Salomone risalente al 960 a.C. circa: “Poiché con stratagemmi (ndr. inganni strategici) farai la guerra” (Proverbi 24:6). Il classico stratega militare cinese Sun Tzu (circa 350 a.C.) disse: “La guerra è basata sull’inganno”.
Nel recente scontro tra Iran e Israele sembrano esserci molti elementi di inganno. Alcuni di questi verranno esaminati più in dettaglio nella seconda parte di questa newsletter. Per ora possiamo dire che esistono paralleli con la documentata collusione dell’Iran con America nel 2020, e con la documentata collusione dell’Iran con l’America nell’aprile 2024.
Yigal Carmon, ex esperto AMAN dell’intelligence militare dell’IDF, è il fondatore del MEMRI – Middle East Media Research Institute (l’Istituto di ricerca sui media del Medio Oriente). La sua organizzazione presenta documenti provenienti dal mondo di lingua araba e persiana, che fanno luce sugli angoli oscuri delle realtà jihadiste, compreso il doppio linguaggio palestinese. Inoltre, MEMERI rivela le attuali prospettive musulmane e arabe. Carmon ha sottolineato (in ebraico e in inglese) che gli sviluppi attuali rispecchiano gli eventi del 2020. Kenneth Timmerman, Daniel Greenfield, Melanie Phillips, et al. lanciano lo stesso avvertimento.
L’opinione di Carmon circa gli eventi attuali è che l’Iran inizialmente aveva pianificato il suo attacco contro Israele con l’intenzione di ridurre al minimo i danni, come fece quattro anni fa nei confronti degli Stati Uniti. Carmon afferma che uno scenario simile si è verificato di recente: l’Iran ha notificato alla Giordania, all’Iraq e alla Turchia che ci sarebbe stato un attacco imminente entro tre giorni. Questi paesi hanno poi condiviso le informazioni con gli Americani, che successivamente hanno messo in guardia Israele. Carmon ha osservato: “Quando Hamas attacca, ci sono vittime. Quando l’Iran attacca, non ci sono vittime”. Carmon spiega che l’incidente nel sud, in cui una ragazzina è rimasta gravemente ferita, sarebbe stato causato dai detriti di un intercettore, non dal colpo diretto di un missile, che ha invece causato solo lievi danni alla base aerea. “Sotto l’influenza di manie di grandezza, si potrebbe spiegare questo come il risultato della debolezza o dell’idiozia iraniana, ma per farlo bisognerebbe essere molto ingenui”, osserva.
L’attenzione del mondo sulla straordinaria vittoria nella guerra aerea riportata da Israele potrebbe essere, in realtà, il risultato di un altro gioco di prestigio congiunto di Iran e Stati Uniti, volto a distrarre tutti gli interessati, mentre ognuno di essi persegue i propri obiettivi geopolitici.
Come pregare?
– Preghiamo affinché le strategie machiavelliche e i complotti dell’Iran a danno del Medio Oriente vengano smascherati e neutralizzati.
– Preghiamo per il salvataggio dei circa 129 ostaggi israeliani (inclusi i bambini) rapiti da Hamas, dalla Jihad islamica e dalla PFLP/PLO. Gli ostaggi sono soggetti a torture, stupro e soffrono la fame (sulla base della testimonianza di ostaggi recentemente liberati). Purtroppo, almeno 35 di questi ostaggi sono cadaveri di cittadini israeliani, tenuti in celle frigorifere da Hamas come merce di scambio.
– Preghiamo affinché la crudele dittatura di Hamas a Gaza venga debellata in modo definitivo e affinché siano spezzate le catene che legano i Palestinesi in quella regione.
– Preghiamo che il ruolo giocato dall’Iran nell’inganno jihadista, nella dissimulazione e nell’antisemitismo venga esposto alla luce, riconosciuto e rigettato dai leader politici mondiali.
– Preghiamo che ai governanti di Israele siano concesse giustizia e chiarezza, insieme a coraggio morale, discernimento e strategie divine per poter eliminare completamente la minaccia jihadista in ogni sua forma.
– Preghiamo affinché la perdita di vite umane sia la minore possibile tra i soldati israeliani e i civili di Gaza che sono veramente innocenti.
– Preghiamo per l’esercito profetico ebraico in tutta la terra secondo la profezia di Ezechiele.
Le vostre preghiere e il vostro sostegno sostengono le nostre braccia e rappresentano l’aiuto pratico di Dio per noi nell’opera che ci ha chiamato a svolgere.
Nel Messia Yeshua,
Avner Boskey