Ricordiamo a tutti che Avner Boskey sarà uno dei nostri relatori al prossimo Raduno Edipi Israele l’Orologio di Dio

News del 19 Aprile 2024 Traduzione di Monica Tamagnini

Sparatoria al Bazar d’Oriente – Seconda parte (di tre)

Intorno alle 05:00 di venerdì 19 aprile 2024, i droni dell’IAF hanno attaccato una base radar a Isfahan, in Iran (120 km a sud di Nantaz, il principale sito nucleare iraniano; e 442 km a sud di Teheran).

La newsletter precedente trattava dell’antefatto iraniano, della pianificazione strategica, sia militare che diplomatica, e degli inquietanti parallelismi storici risalenti al 2020. In questa seconda newsletter verranno approfonditi i dettagli della battaglia:

la descrizione dettagliata dell’attacco iraniano, la sorprendente contromossa – offensiva di Israele e dei suoi alleati contro il massiccio lancio di droni, razzi balistici e missili da crociera iraniani, con un tasso di distruzione riuscita del 99%. La terza parte presenterà le prospettive strategiche americane e israeliane riguardo alla situazione e i loro obiettivi di realpolitik per il futuro. La quarta parte (prevista) tratterà le questioni relative all’attuale risposta militare di Israele sui siti militari/strategici iraniani/siriani.

“Mi piace quando un progetto prende forma” – Hannibal Smith, della serie televisiva “The A-Team”

La prima parte di questa newsletter (in tre parti), tratta da materiale open source, rivela che l’attacco iraniano del 13-14 aprile 2024 contro Israele era stato precedentemente discusso e pianificato e poi perfezionato con il Dipartimento di Stato americano, l’intelligence e i leader militari, prima che fossero sparati i primi colpi. Questa pianificazione ed esecuzione congiunta, che ha coinvolto i massimi vertici di entrambi i paesi, ha avuto un precedente: l’attacco missilistico balistico coordinato tra Iran e Stati Uniti contro le truppe americane di stanza nella base aerea di Ayn al-Asad in Iraq l’8 gennaio 2020.

Tra il 4 e l’11 aprile 2024, la massima leadership statunitense ha elaborato piani in consultazione con l’Iran, contattando gli alleati (anche se Israele sembra essere relegato in fondo alla lista) e pre-posizionando risorse militari e di intelligence in preparazione. Israele è stato informato dell’imminente attacco circa tre giorni prima del 13 aprile. Il comandante generale del CENTCOM Michael E. Kurilla è atterrato in Israele l’11 aprile per incontrare il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e il capo di stato maggiore Herzi Halevi. Oggetto dei loro incontri: “le crescenti sfide regionali a seguito dell’aggressione iraniana per procura”.

Secondo fonti americane, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno condiviso informazioni con gli Stati Uniti (e attraverso gli Stati Uniti, con Israele) che hanno contribuito a facilitare l’intercettazione – riuscita – di molti missili e droni iraniani. La Giordania ha anche informato gli Stati Uniti che avrebbe aiutato a intercettare gli armamenti aerei iraniani.

Aggressione post-sabato

Poco prima dell’inizio dell’attacco iraniano, si sono verificate estese interruzioni dei sistemi GPS in Iraq, Giordania, Kuwait, Siria, Libano e Israele.

Sabato sera, 13 aprile 2024, intorno alle 23:30, ora israeliana, gli aerei da combattimento F-15 e F-16 dell’IAF (Israel Air Force) hanno preso il volo in formazioni pre-determinate, in attesa di vedere cosa l’Iran avrebbe fatto. Nello stesso periodo, anche l’Iran e lo Yemen hanno lanciato il loro attacco contro Israele, denominato Operazione True Promise (Vera Promessa, in persiano: وعده صادق: va’de-ye sādeq), con il nome in codice Ya Rasul Allah (یارسول‌الله(ص)).

Alle 00:30 – ora israeliana – lo spazio aereo israeliano è stato chiuso ai voli nazionali e internazionali. Anche l’aeroporto Ramon è stato chiuso al traffico. Poco tempo prima, Egitto, Giordania e Libano avevano annunciato la chiusura temporanea del loro spazio aereo. Successivamente, la Giordania ha negato pubblicamente di aver chiuso il suo spazio aereo.

All’01:32, due fonti di sicurezza irachene hanno affermato che decine di droni erano stati avvistati mentre volavano dall’Iran verso Israele sullo spazio aereo iracheno.

  • Tra l’01:42 e le 02:00 IDT si sono verificati i seguenti attacchi:
  • L’Iran ha lanciato tra i 110 e i 130 missili balistici contro Israele, tra cui i modelli Shahab-3 ed Emad.
  • L’Iran ha lanciato 185 droni d’attacco militare in tre ondate: una combinazione dei modelli di droni Shahed 136 e Shahed 238 jet drone.
  • Lo Yemen ha lanciato circa 36 missili da crociera contro Israele (i modelli Paveh-351 e Soumar).
  • Nel giro di pochi secondi dagli spari, le sirene antiaeree hanno suonato in tutto Israele, comprese le regioni di Beer Sheva, Negev, Gerusalemme, Giudea, Samaria, alture del Golan, ecc. Allo stesso tempo, Hezbollah ha lanciato dal Libano circa 25 razzi indirizzati contro le basi sulle alture del Golan.
  • La mappa seguente mostra gli schemi di volo approssimativi degli aerei d’attacco iraniani e yemeniti:

Guerra nei cieli

L’IDF afferma che 25 dei 30-36 missili da crociera lanciati dallo Yemen sono stati abbattuti da aerei israeliani fuori dai confini di Israele, e che tutti gli altri missili da crociera (da 5 a 11) sono stati similmente intercettati, ma da altre forze aeree.

Secondo il Wall Street Journal, circa il 50% dei 110-130 missili balistici iraniani non sono stati lanciati o si sono schiantati prima di raggiungere il bersaglio. Ma cosa è successo al 50% che è riuscito a raggiungere Israele (dai 55 ai 65)?

L’IDF ha lanciato intercettori contro i missili balistici che si stavano avvicinando a Israele attraverso le alture del Golan siriane, tentando di neutralizzarli. L’esercito siriano ha tentato di bloccare questi intercettori IAF, nel vano tentativo di permettere ai droni e ai missili iraniani di raggiungere i loro obiettivi in Israele.

A cosa miravano esattamente questi missili balistici? Basandosi in parte sulle informazioni iraniane condivise con Turchia, Iraq, Giordania e Stati Uniti durante la settimana precedente, gli obiettivi erano i seguenti: una base militare sul Monte Hermon nelle alture del Golan; le basi aeree Nevatim e Ramon (entrambe nel Negev); e molto probabilmente il Centro di ricerca nucleare Shimon Peres Negev (KAMAG) vicino a Dimona.

Operando nella zona yemenita, le forze dell’USAF hanno distrutto un missile balistico sul suo veicolo lanciatore e sette droni a terra prima che gli Houthi potessero lanciarli.

Una fonte vicina al governo iracheno ha informato “The National” che decine di armi (missili balistici e droni) sono state intercettate dall’USAF nei cieli sopra Baghdad, a Najaf (160 km a sud di Baghdad), nell’Iraq occidentale e nella regione curda (semi-autonoma) dell’Iraq settentrionale. Il relitto di un drone è stato successivamente ritrovato in un’area aperta nel governatorato di Najaf.

I sistemi antimissile statunitensi presso la base aerea USAF Ayn al-Asad nella provincia occidentale di Anbar, in Iraq, hanno svolto un ruolo chiave. Almeno un missile balistico iraniano è stato abbattuto da una batteria Patriot nella regione settentrionale curda, atterrando nel distretto di Soran, fuori dalla capitale regionale Erbil, a 400 chilometri di distanza.

Il CENTCOM (Comando Centrale degli Stati Uniti) ha dichiarato lunedì 15 aprile 2024 che i suoi aerei “hanno distrutto più di 80 droni d’attacco e almeno sei missili balistici. L’operazione è stata supportata dai cacciatorpediniere del Comando europeo statunitense, che hanno schierato il sistema di difesa missilistica AEGIS per abbattere almeno tre missili balistici iraniani.

Abbattere il Principe di Persia

Un sistema di difesa aerea multistrato, composto da caccia israeliani, americani, giordani, britannici e francesi (equipaggiati con cannoni, razzi aria-aria come il Sidewinder, il Python 3/4/5, ecc.) e’ stato in grado di distruggere la maggior parte dei missili balistici e dei droni iraniani. Erano inoltre in uso il sistema antimissile IAF Arrow 2 e David’s Sling (la Fionda di Davide), contribuendo con la loro tecnologia “Star Wars” (Guerre Stellari) alla battaglia.

Aerei da guerra statunitensi e jet Typhoon della RAF britannica hanno abbattuto droni sul confine tra Iraq e Siria, come ha confermato il primo ministro britannico Rishi Sunak. La Giordania ha anche intercettato decine di droni nel suo spazio aereo, sul lato orientale della Valle del Giordano e vicino al confine giordano-siriano. Aerei giordani hanno abbattuto decine di droni iraniani che volavano attraverso la Giordania settentrionale e centrale, diretti in Israele. La Giordania ha permesso agli Stati Uniti di utilizzare il proprio spazio aereo per abbattere le minacce iraniane in arrivo. Un funzionario militare israeliano ha detto lunedì 15 aprile che la Giordania ha anche permesso ai jet dell’IDF di intercettare missili e droni iraniani sul suo territorio, durante l’attacco di domenica contro Israele.

L’Arabia Saudita ha assistito Israele e gli Stati Uniti durante l’attacco iraniano a Israele, fornendo, insieme agli Emirati Arabi Uniti, “intelligence che hanno contribuito a una risposta difensiva di straordinario successo”. Quel rapporto aggiungeva che i Sauditi non hanno permesso agli Stati Uniti di operare dallo spazio aereo saudita.

Tutti i droni lanciati contro Israele e tutti i missili da crociera sono stati intercettati fuori dai confini di Israele, così come i circa 40 dei 60 missili balistici iraniani rimanenti.

Dopo l’attacco, la Giordania e l’Egitto hanno dichiarato lo stato di emergenza. Fonti della sicurezza in Giordania hanno dichiarato che “la Giordania è pronta ad intercettare qualsiasi drone iraniano che penetri nel suo spazio aereo”.

I missili che hanno raggiunto Israele

Il portavoce dell’IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha affermato nel suo aggiornamento operativo del 14 aprile 2024 che “il 99% delle minacce lanciate verso il territorio israeliano sono state intercettate: un risultato strategico molto significativo”. Quando verrà completata un’analisi più completa, utilizzando tutte le informazioni tecniche e video rilevanti, questi numeri potrebbero ridursi leggermente, ma rappresentano comunque un punto di riferimento impressionante.

  • Una questione che non è stata messa in luce, tuttavia, riguarda il fatto inquietante che circa 20 missili iraniani non sono stati fermati dai caccia o da piattaforme antimissile. Questi 20 missili balistici sono caduti in Israele. Circa il 50% dei 130 missili balistici sono stati lanciati dall’Iran specificatamente contro basi IAF – circa 65 su un totale di 130. Il 50% dei 130 missili non sono stati lanciati o sono esplosi prima di raggiungere i loro obiettivi. Circa 65 missili balistici (dei 130 originali) hanno raggiunto Israele. Un terzo dei missili balistici iraniani.

Otto missili balistici hanno colpito la base aerea di Nevatim tra Arad e Beersheva;

cinque missili balistici hanno colpito la base aerea Ramon (l’Iran dice 7) a sud di Beersheva;

un missile balistico ha colpito la base Julis nel Negev settentrionale;

un missile balistico ha colpito una strada che porta a una base militare sul Monte Hermon, nella zona del Golan;

un missile balistico è atterrato nel Mar Morto;

presso la base aerea di Nevatim, i missili hanno causato lievi danni.

Accanto ad un piccolo edificio, nel punto in cui e’ atterrato un missile, si è creato un piccolo cratere; un hangar vuoto è stato leggermente danneggiato; e forse un aereo da trasporto Hercules C-130 ha subito lievi danni.

“I disegni sono resi stabili dal consiglio; fa’ dunque la guerra con una saggia direzione.” (Proverbi 20:18)

  • Esiste un termine militare noto come BDA – Battle Damage Assessment (valutazione dei danni in battaglia). E’ il tentativo di comprendere quali danni siano stati arrecati alle proprie forze militari a seguito degli scontri. Affinché Israele possa fare una BDA adeguata, ci si dovrebbe porre alcune domande: Sebbene Israele sia considerato all’avanguardia nella tecnologia e nello sviluppo di armi, è chiaro che le potenze combinate di Israele, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Giordania e Arabia Saudita non sono state sufficienti per fornire una protezione ermetica dai missili balistici iraniani. Ciò potrebbe avere ripercussioni catastrofiche se l’Iran entrasse in possesso di un’arma nucleare – sia essa fatta in casa, o reperibile a prezzi spot sul mercato aperto – magari dalla Corea del Nord o dal Pakistan. Come può Israele essere proattivo in questo caso?
  • Gli attuali sistemi antimissile in tutto il mondo sono ancora considerati altamente inefficaci quando si tratta di missili balistici ipersonici, cioè quei missili che possono raggiungere una velocità di almeno Mach 5 (o cinque volte la velocità del suono). Molti missili balistici ipersonici vanno addirittura più veloci, raggiungendo Mach 10 o addirittura Mach 20, cioè muovendosi a una velocità di oltre un chilometro al secondo. Eppure, la maggior parte di questi sistemi basano la loro matematica e fisica su traiettorie verticali ad arco (dove il missile cade dal cielo). Le moderne tecnologie all’avanguardia di crociera e missili balistici ipersonici “Star Wars” devono occuparsi non solo di traiettorie che coinvolgono salita e discesa, ma anche di movimento su una dimensione orizzontale. Questa è una sfida troppo grande per la maggior parte dei moderni sistemi all’avanguardia. La piattaforma israeliana “Iron Dome”, famosa in tutto il mondo, è stata costruita per eliminare i razzi che hanno una traiettoria regolare; non possono eliminare i missili da crociera ipersonici o i KORNET russi (missili anticarro guidati), entrambi i quali possono viaggiare orizzontalmente. Amos Yadlin, ex capo della direzione dell’intelligence militare, osserva che “Arrow 3 e Arrow 4 sono adatti per intercettare missili ipersonici solo fino a una certa velocità. Se l’Iran disponesse di missili operativi oltre questa velocità, il che è dubbio, Israele sarà tenuto a rispondere in modo diverso, principalmente con attacchi preventivi”. Cosa può fare Israele per sviluppare con successo una simile contro-arma, che funzioni non solo sulla carta?
  • Dato che l’attacco iraniano è stato concordato ed elaborato ai massimi livelli del Dipartimento di Stato americano, del POTUS e del Presidente dello Stato Maggiore Congiunto degli Stati Uniti, non sorprenderebbe trovare qualche inganno nelle immediate vicinanze. In una intervista in ebraico tra lo storico militare dell’IDF Dr. Uri Milstein e il fisico e specialista dell’industria missilistica e della difesa Dr. Moti Shefer, Shefer sottolinea che Israele è totalmente impreparato per un attacco balistico ipersonico e missilistico da crociera a tutto campo da parte dell’Iran. Ha osservato che le prove fisiche a disposizione degli scienziati israeliani dei 20 missili balistici iraniani che sono atterrati su suolo israeliano senza esplodere, rivelano che nessuno di questi missili balistici è stato toccato o danneggiato da alcuna contromisura israeliana o americana. Le loro fusoliere erano intatte. Inoltre, la quantità di esplosivo in ciascuna testata non era la quantità media immessa dagli iraniani (tra 450 e 500 kg), ma un misero 20 kg. Nir Dvori, corrispondente militare per Israel TV Channel 2, in una trasmissione in diretta sul luogo dell’atterraggio di un missile, ha affermato che i missili balistici iraniani erano come “proiettili vuoti” (a causa dell’assenza di danni alla fusoliera e della natura minuscola degli esplosivi nelle testate). I suoi commenti sono stati rapidamente rimossi nelle successive ritrasmissioni. Il dottor Shefer afferma che questo attacco missilistico era in realtà un’esercitazione militare iraniana, volta a capire se fossero riusciti a far entrare i loro missili nello spazio aereo militare israeliano per colpire un obiettivo specifico, ma senza causare molte vittime o grandi danni. Questo è un chiaro avvertimento ai poteri costituiti in Israele: “Possiamo farlo di nuovo; possiamo certamente lanciare missili ipersonici dotati di pieno carico utile; non avete le capacità antimissilistiche per fermarci”. Cosa può fare Israele per contrastare le macchinazioni delle superpotenze e prepararsi per il prossimo round, che sicuramente arriverà?

Il dottor Yigal Carmon commenta nella sua ricerca, dicendo più o meno la stessa cosa:

  • “L’America ha coordinato l’attacco con l’Iran in modo che nessuno venisse ferito o ucciso. Ciò è avvenuto grazie alle difese aeree, altamente qualificate, americane, israeliane, britanniche e giordane. Questo coordinamento con l’Iran, che garantisce che non ci siano vittime né feriti, è stato fatto tenendo fuori Israele. L’aeronautica israeliana, come quella di Stati Uniti, Regno Unito e Giordania, ha fatto un ottimo lavoro. Avevano informazioni complete sui missili che stavano arrivando. Israele ha ottenuto le informazioni dagli Americani, che hanno ottenuto informazioni degli iraniani circa il dove e quando degli attacchi aerei, consentendo dunque un tasso di difesa missilistica del 99%. L’aeronautica e la difesa aerea israeliane, insieme agli altri, hanno fatto del loro meglio, nessuno è rimasto ferito, ma la deterrenza israeliana è stata vanificata dal pre-coordinamento degli Stati Uniti con l’Iran. La deterrenza di Israele è stata svenduta per salvare quella dell’Iran. Recuperarla costerebbe caro, perché, come minacciano gli iraniani, il prossimo attacco non sarà pre-coordinato. La cosa peggiore per Israele sarebbe credere che questi siano i risultati massimi che l’Iran possa ottenere. In realtà possono fare molto di più”.

“Tramano insidie contro il tuo popolo e congiurano contro quelli che tu proteggi.” (Salmo 83:3)

Daniel Greenfield è uno Shillman Journalism Fellow, editorialista del Gatestone Institute e uno scrittore brillante e perspicace. Ecco un riassunto delle sue conclusioni su questo argomento nel suo articolo del 16 aprile 2024 intitolato “Questo non era il vero attacco iraniano”:

Questo non è stato il vero attacco iraniano. Questo era l’“attacco” predisposto tra l’Iran e l’amministrazione Biden attraverso canali secondari allo scopo di essere mostrato. Attraverso questo attacco l’Iran ha dimostrato di poter raggiungere Israele senza infliggere alcun danno reale. L’Iran ha bruciato risorse nel farlo, ma ha potuto testare le difese di Stati Uniti e Israele, oltre a sollevare il proprio morale. E le difese hanno fatto quello che dovevano. Tuttavia, se l’Iran avesse effettivamente tentato di lanciare un attacco serio, avrebbe usato i suoi Hezbollah, gli Houthi, gli iracheni e tutto ciò che resta dei suoi delegati di Hamas per saturare le difese aeree locali.

  • L’attacco di Hamas del 7 ottobre, pianificato da un generale del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana (ucciso in un presunto attacco israeliano a Damasco il 1 aprile) ha analizzato attentamente le frontiere e le difese aeree di Israele, le sue infrastrutture, il comando e il controllo, alla ricerca di punti deboli da sfruttare. E lo ha fatto in modo efficace. Questo è ciò che si sarebbe fatto nel caso di un serio attacco diretto iraniano. Che cosa ci si deve aspettare, dunque?
  • L’Iran, al momento, non è pronto per una guerra regionale e preferisce usare i suoi delegati per fare il lavoro sporco fino a che i tempi non sono maturi. Il 7 ottobre ne è un esempio, così come lo sono gli attacchi Houthi alle navi nel Mar Rosso e gli attacchi sciiti iracheni contro una base americana in Giordania, che hanno ucciso tre militari. Ma l’Iran farà cose che vanno ben oltre questo spettacolo di luci, il cui scopo era solo quello di rassicurare l’amministrazione Biden che i suoi “strumenti diplomatici” erano stati in grado di risolvere il problema. E’ un’illusione che l’Iran ha utilizzato per permettergli di sviluppare il suo programma nucleare, per seminare i denti del drago nella regione e per tagliare a piacimento le spedizioni internazionali.
  • Il regime iraniano sa che l’America potrebbe distruggerlo. Sotto Obama ha anche imparato che la sua più grande difesa è convincere le élite di Washington che la diplomazia riuscirà a ridurre con successo qualsiasi conflitto con il regime. Avviando una crisi e poi lasciandosi convincere a ritirarsi un po’, prima di ricominciare il ciclo, l’Iran è stato in grado di espandere la propria sfera di influenza senza pagare un prezzo. Colpirà più seriamente, ma lo farà in un modo che gli permetterà di continuare a manipolare i suoi collaboratori diplomatici a Washington e a stabilire il suo potere nella regione.
    L’Iran è conosciuto in Medio Oriente come un maestro di scacchi, che esercita l’inganno, il sotterfugio e la pazienza. È così che stanno costruendo il loro programma nucleare, mentre attorcigliano i leader delle superpotenze attorno al loro mignolo. I leader della Repubblica islamica dell’Iran sono ancora più astuti di quanto lo sia mai stato l’iracheno Saddam Hussein (noto come “il macellaio di Baghdad” – arabo: al Jazaar al-Baghdadi – ألجزار ألبغدادي).

È bene ricordare che l’ultima parola spetta al Dio di Giacobbe: “YHVH Il SIGNORE rende vano il volere delle nazioni, Egli annulla i disegni dei popoli” (Salmo 33,10).

Come pregare?

  • Preghiamo affinché le strategie machiavelliche dell’Iran e i complotti congiunti a favore del male e degli omicidi in Medio Oriente vengano smascherati e neutralizzati
  • Preghiamo per il salvataggio fisico dei circa 129 ostaggi israeliani (compresi i bambini) rapiti da Hamas, Jihad islamica e FPLP/OLP. In questo momento alcuni ostaggi vengono torturati, violentati e fatti morire di fame (questo sulla base delle testimonianze degli ostaggi recentemente rilasciati). Purtroppo, almeno 35 di questi ostaggi sono cadaveri di cittadini israeliani, tenuti in celle frigorifere da Hamas come merce di scambio.
  • Preghiamo affinché la crudele dittatura terroristica di Hamas a Gaza venga definitivamente spezzata e che tutte le catene vengano spezzate per i Palestinesi che vivono lì, e affinché il ruolo dell’Iran nell’inganno, nella dissimulazione e nell’antisemitismo jihadista venga smascherato e contrastato dai leader mondiali.
  • Preghiamo che alla leadership di Israele siano concessi giustizia, chiarezza, coraggio morale, discernimento e strategie divine per distruggere completamente la minaccia jihadista in tutti i suoi aspetti e per una minima perdita di vite umane per le forze di difesa israeliane e per quegli abitanti di Gaza che sono veramente innocenti.
  • Preghiamo per il risveglio dell’esercito ebraico profetico di Ezechiele in tutta la terra
  • Le vostre preghiere e il vostro sostegno mantengono alzate le nostre braccia e rappresentano l’aiuto pratico di Dio per noi nell’opera che ci ha chiamato a svolgere.

Nel Messia Yeshua,

Avner Boskey

www.davidstent.org