Ricordiamo a tutti che Avner Boskey sarà uno dei nostri relatori al prossimo Raduno Edipi Israele l’Orologio di Dio
News del 26 Aprile 2024 Traduzione di Monica Tamagnini
Le parti uno e due delle nostre ultime due newsletter trattano degli attacchi missilistici/razzi iraniani contro Israele: contesto, antefatto e dettagli della battaglia. Questa newsletter (parte terza) presenta le prospettive e gli obiettivi di ciascuna nazione coinvolta. La quarta parte tratterà di un campanello d’allarme per Israele, concentrandoci sulle alleanze strategiche dello stato ebraico con nazioni inaffidabili – ai tempi biblici e ai giorni nostri.
La prospettiva iraniana
Il comandante in capo delle Guardie rivoluzionarie iraniane (IRGC), Hossein Salami, ha recentemente dichiarato che l’Iran ora si sente libero di colpire Israele direttamente dal proprio territorio, in risposta a comportamente israeliano che l’Iran recepisca come una minaccia da parte di Israele ai propri interessi: “Abbiamo deciso di creare un nuova equazione [con Israele] . . . D’ora in poi, qualsiasi attacco da parte israeliana al nostro popolo, alle nostre proprietà o ai nostri interessi provocherà un contrattacco direttamente della Repubblica Islamica dell’Iran. . . L’operazione “True Promise” [l’attacco missilistico/razzo/drone del 13-14 aprile] è un esempio chiaro di questa nuova equazione”.
Alti funzionari politici e militari iraniani (il consigliere senior del leader supremo dell’Iran Ali Akbar Velayati, il presidente del parlamento Mohammad Bagher Ghalibaf, il capo di stato maggiore delle forze armate, maggiore generale Mohammad Bagheri, e il comandante dell’IRGC, maggiore generale Hossein Salami) dichiarano che, dal loro punto di vista, l’attacco jihadista di Hamas del 7 ottobre contro cittadini israeliani dimostra la debolezza militare di Israele.
Michael Keays, funzionario senior del servizio estero americano (Dipartimento di Stato americano), osserva che “la percezione della debolezza statunitense e israeliana ha avuto un ruolo” negli attacchi di Hamas contro Israele. “Il rapporto tra l’amministrazione Biden e il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu è diventato teso” e “diversi distretti elettorali negli Stati Uniti sono ora sempre più critici nei confronti di Israele. . . L’Iran trarrà vantaggio anche dal sabotaggio del crescente riavvicinamento tra Israele e Arabia Saudita che si stava costruendo sul successo degli accordi di Abramo del 2020, che hanno normalizzato le relazioni tra Israele e tre stati arabi: Bahrain, Emirati Arabi Uniti e Marocco”. I piani strategici a lungo termine dell’Iran prevedono la creazione di una “mezzaluna sciita” – una dittatura/califfato islamico che schiaccerebbe l’Arabia Saudita e la Giordania, oltre a distruggere Israele.
Il punto di vista di Hamas
La prospettiva di Hamas nei confronti di Israele è chiaramente esplicitata nel suo patto, che prevede la distruzione totale dello Stato ebraico senza compromessi; nessun riconoscimento di Israele; e l’omicidio escatologico dell’intera nazione ebraica. “L’identità stessa di Hamas è racchiusa nell’opposizione e nella violenta ostilità verso Israele”, afferma un alto funzionario del Servizio Esteri americano.
Lo sceicco Hassan Yousef, cofondatore di Hamas (e padre del “Principe Verde”), è stato intervistato mentre si trovava nelle carceri israeliane. Ha spiegato ai giornalisti dell’intelligence Avi Issacharoff [famoso per “Fauda”] e Amos Harel, che uno degli obiettivi di Hamas nel suo perseguimento della distruzione definitiva dello Stato ebraico è fomentare e intensificare il conflitto israeliano intestino. Yousef ha detto a questi giornalisti che Hamas sfrutta le evidenti debolezze israeliane: gli appelli della sinistra israeliana per un ritiro completo dalla Giudea, Samaria e dalla Striscia di Gaza; i movimenti che incoraggiano i soldati e i riservisti dell’IDF a rifiutarsi di prestare servizio in quei territori o di svolgere del tutto il servizio di riserva; il ben oliato movimento di protesta anti governativo – comandato da ex figure di spicco – che promuove la demonizzazione dei poteri costituiti a Gerusalemme.
Hamas e il suo protettore iraniano prestano molta attenzione a ciò che percepiscono come l’imminente implosione di Israele. Insieme stanno compiendo grandi sforzi per catalizzare profonde divisioni nello Stato ebraico. La scrittrice del Jerusalem Post, Ruthie Blum, conclude che coloro che diffamano rabbiosamente il Primo Ministro “Netanyahu, il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, il ministro della Giustizia Yariv Levin e il parlamentare del Comitato Costituzione, Diritto e Giustizia della Knesset Simcha Rothman stanno consolidando la sensazione di Hamas, Hezbollah e della Repubblica Islamica, che Israele non riuscirà a farcela oltre il suo prossimo 75° compleanno”.
Matti Steinberg, ex consigliere di diversi capi dello Shin Bet (FBI israeliano), sottolinea che “una persona come [il capo di Hamas Yahya] Sinwar capisce molto bene gli Israeliani. I leader di Hamas hanno compreso perfettamente le divisioni interne al Paese, e quindi le sue debolezze”.
Nei mesi che hanno preceduto i massacri di Hamas del 7 ottobre, il comandante dell’aeronautica israeliana, generale Tomer Bar, nel luglio 2023 disse alle sue forze di rimanere “vigili e preparate … È possibile che in un momento come questo [Hamas] cerchi di mettere alla prova le nostre frontiere, la nostra coesione e la nostra prontezza”.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, ha dichiarato il 22 aprile 2024 che Hamas vuole solo un accordo sugli ostaggi che comporterà la resa totale di Israele, lasciando Hamas libero di ricostruire e attaccare nuovamente Israele: “Hamas ha segnalato che non vogliono un accordo. E la palla è nelle loro mani, e se avessero davvero a cuore gli interessi del popolo palestinese, come essi sostengono, allora accetterebbero questo accordo”. La loro strategia rispecchia quella dell’antico filosofo militare cinese Sun Tzu, nel suo “L’arte della guerra” del 500 a.C.: “Instilla paura nel cuore del tuo nemico e ti consegnerà la vittoria”.
La prospettiva dell’Arabia Saudita
Un membro della famiglia reale saudita, che è anche portavoce ufficiale del governo, ha rilasciato un’intervista anonima alla rete israeliana KAN, accusando l’Iran di essere dietro la guerra a Gaza, e in particolare dietro l’attacco del 7 ottobre – e tutto questo allo scopo di ostacolare la normalizzazione degli accordi tra Israele e Arabia Saudita: “L’Iran è un paese che sponsorizza il terrorismo, e avrebbe dovuto essere fermato molto tempo fa”.
La prospettiva della Russia
Gli obiettivi a lungo termine della Russia si concentrano sulla creazione di basi navali nel Mediterraneo. Tim Marshall nel suo Prisoners of Geography spiega: “Dal Gran Principato di Moscovia passando per Pietro il Grande fino a Stalin e Putin, ogni leader russo si è trovato di fronte allo stesso problema: i porti sono ancora ghiacciati e la pianura nord europea è piatta…Questa mancanza di un porto di acque calde con accesso diretto agli oceani è sempre stato il tallone d’Achille della Russia, strategicamente importante quanto la pianura nord europea. La Russia è in una posizione di svantaggio geografico, salvata dall’essere una potenza molto più debole solo grazie al suo petrolio e al suo gas. Non c’è da stupirsi che, nel suo testamento del 1725, Pietro il Grande consigliò ai suoi discendenti di “avvicinarsi il più possibile a Costantinopoli e all’India”. Chi vi governerà sarà il vero sovrano del mondo. Di conseguenza e’ necessario suscitare guerre continue, non solo in Turchia, ma anche in Persia… Penetrare fino al Golfo Persico [Arabo], avanzare fino all’India.’” La Russia ha tre porti principali aperti al commercio mondiale: San Pietroburgo (spesso circondato dal ghiaccio); Vladivostok (bloccata dal ghiaccio per diversi mesi ogni anno e con accesso solo al Pacifico); Sebastopoli in Crimea sul Mar Nero (fino a poco tempo fa sotto il dominio ucraino).
Secondo i documenti del KGB negli archivi Mitrokhin (trasportati fuori dalla Russia e ora conservati a Cambridge, in Inghilterra), i capi del KGB e del Politburo vedevano i movimenti sionisti ed ebriaci come un pericolo chiaro e attuale per la pace nel mondo e per l’integrità dell’impero sovietico. – “un pericolo che è secondo solo al principale nemico, gli Stati Uniti”. “Il Centro di Mosca era ossessionato dalla ‘sovversione sionista’ contro l’Unione Sovietica”, osserva il professor Christopher Andrew, storico della comunità dell’intelligence britannica. Nell’estate del 1982, Vladimir Kryuchkov (in seguito nominato capo del KGB) pubblicò un “piano di lavoro per combattere il sionismo” sottolineando che “il sionismo è la principale minaccia per l’URSS e il blocco sovietico”.
Questo è lo sfondo strategico e il contesto dietro i commenti dell’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite Vasily Nebenzia al Consiglio di sicurezza del 14 aprile 2024. Difendendo l’attacco missilistico iraniano contro Israele, Nebenzia ha lasciato intendere che “ciò che è accaduto nella notte del 14 aprile non è capitato per caso”.
Il punto di vista dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica
Il direttore generale dell’AIEA Rafael Mariano Grossi, quando gli è stato chiesto della possibilità di un attacco di ritorsione israeliano contro gli impianti nucleari iraniani, ha risposto: “Siamo sempre preoccupati circa questa possibilità”. Ha esortato Israele ad esercitare “estrema moderazione”.
Prospettiva statunitense
I funzionari statunitensi erano “frustrati” dalla decisione di Israele di non informarli del presunto attacco israeliano a Damasco del 1 aprile 2024, durante il quale e’ stata eliminata la mente del terrorismo iraniano, il generale di brigata Mohammad Reza Zahedi. Il consigliere per le comunicazioni per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti John Kirby ha dichiarato domenica 7 aprile 2024 al programma “Meet the Press” della ABC che c’è stata “grande frustrazione in merito alle modalità in cui queste operazioni sono state [eseguite]”. Secondo il Wall Street Journal, l’amministrazione Biden ha chiesto a Israele di aggiornare e consultare gli Stati Uniti prima di qualsiasi risposta a un potenziale attacco iraniano, in parte per proteggere le forze statunitensi nella regione.
Gli Stati Uniti continuano a riproporre la strategia del Dipartimento di Stato (che va avanti ormai da 75 anni): la divisione della Terra Promessa ebraica in due Stati, uno Stato Palestinese gestito da jihadisti ed “ex terroristi”, e uno Stato Ebraico gestito da Israele. Questa strategia della “soluzione dei due Stati” viene riproposta in quasi ogni dichiarazione dell’amministrazione, nonostante i Palestinesi siano intrinsecamente legati alla leadership terrorista e alle sue strategie.
Gli Stati Uniti sono la principale superpotenza in Medio Oriente e stanno giocando un gioco machiavellico, rafforzando l’Iran sciita e controbilanciando il sostegno all’Arabia Saudita sunnita (arcinemico dell’Iran). L’America sostiene Israele con munizioni all’avanguardia mentre colloca la sua principale base aerea mediorientale e i collegamenti CENTCOM in Qatar – il principale sostenitore mondiale del terrorismo jihadista, compreso Hamas. L’America incanala miliardi (nei termini del mandato di POTUS Obama, così come in quelli di POTUS Biden) all’Iran, che l’IRCG poi usa per attaccare Israele armando Hamas, Hezbollah e il regime terroristico Houthi. La diplomazia delle superpotenze crea strani compagni di letto. “Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Fratelli miei, le cose non dovrebbero andare così!” (Giacomo 3:10).
La comunità internazionale parla con voce univoca: Israele non deve reagire o intensificare la situazione
La risposta immediata del mondo all’attacco iraniano con droni, missili balistici e da crociera contro Israele – il più grande attacco di questo tipo mai verificatosi nella storia – è stata quella di dare avvertimenti a Israele e minacciare lo Stato ebraico di non reagire o attaccare l’Iran.
- Il 7 aprile 2024, il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha scritto sul Sunday Times. “Il nostro sostegno non è incondizionato”. Poi, il 15 aprile 2024, Cameron ha detto a LBC Radio: “Chiediamo a [Israele], in quanto loro amici, di riflettere. Il modo migliore per allentare la tensione è non contrattaccare”.
- Il 15 aprile 2024, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha dichiarato: “Tutte le parti devono mostrare moderazione”.
- Il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che Parigi cercherà di “convincere Israele che non dobbiamo rispondere con un’escalation”. “Siamo tutti preoccupati per una possibile escalation”, ha detto Macron alla BFM TV e alla radio RMC. “Faremo tutto il possibile per evitare che la situazione divampi e si intensifichi”.
- Il 15 aprile 2024, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato a Bruxelles: “Per noi è importante che questo momento venga ora utilizzato anche per un’ulteriore riduzione della tensione e che Israele… non risponda con un attacco massiccio.
- Il 17 aprile 2024 il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha dichiarato: “I rischi sono enormi … La situazione è troppo pericolosa. Le possibilità di un’esplosione regionale sono reali e ciò deve finire. Dobbiamo assicurarci che non ci sia un’ ulteriore escalation.”
- Il 15 aprile 2024, il portavoce presidenziale del Cremlino russo Dmitry Peskov ha dichiarato: “Siamo estremamente preoccupati per l’escalation della tensione nella regione. Chiediamo a tutti i paesi della regione di dare prova di moderazione. Un’ulteriore escalation non è nell’interesse di nessuno. Pertanto, ovviamente, siamo favorevoli a che tutti i disaccordi vengano risolti solo a livello politico e diplomatico”.
- Il 14 aprile 2024, il portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica popolare cinese ha dichiarato: “La Cina esprime profonda preoccupazione per l’attuale escalation e invita le parti interessate a esercitare calma e moderazione per prevenire ulteriori escalation”.
- Il 14 aprile 2024, il Ministero degli Affari Esteri indiano ha dichiarato: “Siamo seriamente preoccupati per l’escalation delle ostilità tra Israele e Iran, che minaccia la pace e la sicurezza nella regione. Chiediamo un immediato allentamento della tensione, esercizio di moderazione, ritiro dalla violenza e ritorno sulla via della diplomazia”.
- Il 14 aprile 2024, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha ricordato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che gli atti di ritorsione che comportano l’uso della forza sono vietati dal diritto internazionale: “Il Medio Oriente è sull’orlo del baratro. La popolazione della regione si trova ad affrontare il pericolo reale di un devastante conflitto su vasta scala. Ora è il momento di disinnescare e allentare la tensione. Adesso è il momento della massima moderazione”. (Guardate il video YouTube del genero di Bob Dylan, Peter Himmelman, “Maximum Restraint”).
- Il 14 aprile 2024, il consigliere per le comunicazioni per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti John Kirby ha dichiarato a Meet the Press della NBC: “Non vogliamo vedere una escalation. Non stiamo cercando una guerra più ampia con l’Iran”.
- Il 14 aprile 2024, un anonimo funzionario della Casa Bianca ha riferito alla piattaforma di notizie AXIOS una conversazione tenutasi tra il POTUS Biden e il primo ministro Netanyahu. Biden avrebbe affermato che Israele dovrebbe considerare l’incapacità dell’Iran di causare gravi danni a Israele come una “vittoria” e che gli Stati Uniti non si uniranno a Israele nel caso in cui quest’ultimo dovesse attaccare l’Iran. “Hai vinto. Prenditi la tua vittoria”, avrebbe detto Biden a Netanyahu, secondo il funzionario. Netanyahu ha risposto “Ho capito” quando Biden ha affermato che non avrebbe partecipato ad alcuna operazione offensiva contro l’Iran. Un alto funzionario israeliano riferisce che il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, ha parlato sabato con il suo omologo israeliano Yoav Gallant, chiedendo a Israele di informare gli Stati Uniti prima di qualsiasi risposta contro l’Iran.
- Il 18 aprile 2024, il quotidiano del Qatar “The New Arab” ha riferito che un alto funzionario egiziano avrebbe reso noto che “il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è riuscito ad avere l’approvazione americana per un’operazione militare a Rafah. Avrebbe ottenuto tale approvazione in cambio della promessa di astenersi dal portare a termine un’ampia operazione militare contro l’Iran in risposta al suo recente attacco”.
- In un articolo del 14 aprile 2024 apparso sul Jewish News Syndicate, tre specialisti del Medio Oriente commentano:
“Facendo trapelare in questo modo la conversazione tra Biden e Netanyahu, chi ha rivelato questa informazione non ha fatto altro che aumentare sia la probabilità di una risposta israeliana che la sua portata. Questo a motivo delle dinamiche che hanno portato Teheran a calcolare che avrebbe potuto lanciare un attacco senza riportare conseguenze”, ha scritto Richard Goldberg, consigliere senior della Fondazione per la difesa delle democrazie. “Immaginiamo che 100 missili balistici siano lanciati sugli Stati Uniti e il loro più stretto alleato chiami per dire loro che non c’è bisogno di reagire, che bisogna stare tranquilli”. “Il nostro paese ha le dimensioni del New Jersey e stiamo combattendo una guerra per la nostra sopravvivenza su sette fronti”.
Il fondatore dell’ONG “Monitor”, Gerald Steinberg, aggiunge: “No, Joe Biden. L’incapacità del regime iraniano di arrecare gravi danni con 350 missili non è una “vittoria”: 9 milioni di israeliani hanno trascorso la notte in preda al terrore. Il regime deve pagare un alto prezzo affinché ciò non si ripeta. E meglio ancora: bisogna mostrare loro la porta”.
Jason Brodsky, direttore politico di United Against Nuclear Iran (Uniti contro l’Iran nucleare), ha scritto che la risposta di Biden equivale a dire alla vittima di un bullo “non fa niente, non ci sono state conseguenze, perciò lascia perdere”.
L’ex primo ministro israeliano Naftali Bennett ha affrontato brevemente la questione nel suo tweet del 14 aprile 2024:
“L’attacco non era stato progettato semplicemente come “avvertimento”. Quando si sparano 350 missili – e affini – programmati per colpire Israele, quando si usano tre tipi di armi fondamentalmente diversi – missili da crociera, missili balistici e UAV – si sta cercando di penetrare le difese di Israele e uccidere gli Israeliani. L’amministrazione americana ci sta dicendo: “Questa è una vittoria; hai già vinto contrastando i missili. Non c’è bisogno di ulteriori azioni!’ No, NON è una vittoria. Sì, è un notevole successo dei sistemi di difesa aerea israeliani, ma non è una vittoria. Quando un bullo tenta di colpirti 350 volte e ci riesce solo sette volte, NON hai vinto. Non si vincono le guerre semplicemente intercettando i colpi del nemico, né lo si scoraggia. La prossima volta il nemico si impegnerà con più armi e metodi migliori. L’unico modo per scoraggiarlo e’ fargli pagare un alto prezzo.”
Come sottolineato nella nostra recente newsletter, l’attacco missilistico/con droni iraniano contro Israele nella notte tra il 13 e il 14 aprile 2024 è stato coordinato col Dipartimento di Stato americano, l’Intelligence americana, con Joint Chiefs (capi congiunti) statunitensi e col POTUS. Immediatamente dopo quell’attacco – il piu’ grande per portata che vi sia mai stato – il POTUS americano e il Dipartimento di Stato chiedono a Israele di non rispondere, mentre il Segretario alla Difesa americano chiede che Israele sottoponga qualsiasi, al vaglio degli Stati Uniti qualunque potenziale risposta israeliana. L’Iran è riuscito a spostare i pilastri del Medio Oriente in modo significativo.
Il Medio Oriente è una giungla molto pericolosa. Chi viene attaccato e non risponde viene fatto fuori. La deterrenza è una questione di vita o di morte in questa parte del mondo. La maggior parte delle nazioni di questo pianeta non comprende questa dinamica mediorientale o non se ne preoccupa.
Un ultimo commento analitico da parte di Lawrence Kadish al Gatestone Institute il 17 aprile 2024:
“Dobbiamo renderci conto che l’Iran e i suoi burattini sembrano considerare la Casa Bianca come uno strumento di pacificazione diplomatica e di “risoluzione dei conflitti”. Un po’ come veniva considerato il primo ministro britannico Neville Chamberlain nel 1938. Quella politica di pacificazione non ha funzionato allora e non funzionerà nemmeno adesso. “Conversazioni” e “incontri” consentono semplicemente all’avversario di guadagnare tempo per rafforzare le proprie forze armate – nel caso dell’Iran ciò significa armi nucleari. Gli avversari dell’America – come la Cina comunista, la Russia, l’Iran e la Corea del Nord – sembrano credere che le democrazie occidentali siano in ritirata e che i tempi siano maturi per una loro ascesa attraverso la violenza, l’intimidazione e con rappresentanti di terze parti a eseguire i loro ordini. La storia ci ricorda ripetutamente che l’unica difesa efficace contro le forze dell’oscurità è una leadership forte e determinata – insieme a un esercito forte e moderno. Ricordiamoci come l’Iniziativa di difesa strategica del presidente americano Ronald Reagan, “Star Wars” ha fatto crollare l’impero sovietico”.
Prospettiva mondiale – Terza guerra mondiale
La Seconda Guerra Mondiale esplose sui campi di battaglia europei a seguito di alcune cruciali decisioni. Tra queste ricordiamo: il permesso che gli Alleati concessero alla Germania di riarmarsi purché attaccassero la Russia; l’Anschluss e l’annessione dell’Austria il 12-13 marzo 1938; il Patto di Monaco del 30 settembre 1938, che consegnava i Sudeti (parti della Cecoslovacchia) a Hitler; la presa di Boemia e Moravia il 15 marzo 1939. Nonostante la rottura quasi immediata del Patto di Monaco, Hitler non dovette affrontare una risposta militare da parte degli Alleati.
I paralleli con l’epoca hitleriana – così come l’orrendo aumento degli attacchi antisemiti e anti-israeliani nei campus statunitensi nelle ultime due settimane – sottolineano che stiamo vivendo tempi pericolosi.
Oggi il mondo si trova ad affrontare l’inizio di tre grandi teatri della Guerra Mondiale: Russia, Iran e Cina. I seguenti articoli (in inglese) sono istruttivi e illuminanti:
https://www.aei.org/op-eds/china-russia-and-iran-are-reviving-the-age-of-empires/
https://www.theamericanconservative.com/appeasements-ghosts/
https://www.jstor.org/stable/27870285 – ‘The Ghost of Munich: America’s Appeasement Complex’
Come pregare?
- Preghiamo affinché le strategie machiavelliche dell’Iran e i complotti congiunti a favore del male e degli omicidi in Medio Oriente vengano smascherati e neutralizzati
- Preghiamo per il salvataggio fisico dei circa 129 ostaggi israeliani (compresi i bambini) rapiti da Hamas, Jihad islamica e FPLP/OLP. In questo momento alcuni ostaggi vengono torturati, violentati e fatti morire di fame (questo sulla base delle testimonianze degli ostaggi recentemente rilasciati). Purtroppo, almeno 35 di questi ostaggi sono cadaveri di cittadini israeliani, tenuti in celle frigorifere da Hamas come merce di scambio.
- Preghiamo affinché la crudele dittatura terroristica di Hamas a Gaza venga definitivamente spezzata e che tutte le catene vengano spezzate per i Palestinesi che vivono lì, e affinché il ruolo dell’Iran nell’inganno, nella dissimulazione e nell’antisemitismo jihadista venga smascherato e contrastato dai leader mondiali.
- Preghiamo che alla leadership di Israele siano concessi giustizia, chiarezza, coraggio morale, discernimento e strategie divine per distruggere completamente la minaccia jihadista in tutti i suoi aspetti e per una minima perdita di vite umane per le forze di difesa israeliane e per quegli abitanti di Gaza che sono veramente innocenti.
- Preghiamo per il risveglio dell’esercito ebraico profetico di Ezechiele in tutta la terra.
Le vostre preghiere e il vostro sostegno mantengono alzate le nostre braccia e rappresentano l’aiuto pratico di Dio per noi nell’opera che ci ha chiamato a svolgere.
Nel Messia Yeshua,
Avner Boskey