Gerusalemme sta lavorando con uno dei maggiori esperti di branding al mondo, mentre si preoccupa dell’impatto della guerra di Gaza.
di Ryan Jones
GERUSALEMME – La guerra di Gaza è stata sfruttata dagli antisemiti di tutto il mondo per dipingere Israele come il nemico pubblico numero uno, e molti israeliani sono sempre più preoccupati di ciò che questo potrebbe significare per il loro futuro.
Gerusalemme ha assunto un esperto di Nation Branding per rinnovare l’immagine dello Stato ebraico.
Ma la nuova campagna terrà conto dell’aspetto più importante della storia di Israele, la Bibbia? Peggio ancora, cercherà di negare il carattere biblico di Israele a favore di un’immagine più progressista e moderna?
• Brand.IL
La nuova iniziativa di branding si chiama Brand.IL ed è guidata da un gruppo di uomini d’affari e filantropi che si sono posti l’obiettivo di migliorare significativamente l’immagine internazionale di Israele.
• Esperti richiesti
Simon Anholt, esperto riconosciuto a livello mondiale di Nation Branding e fondatore del Nation Brands Index (NBI), visiterà Israele questa settimana per gettare le basi di questo ambizioso progetto. Anholt è stato coinvolto nel branding di numerosi Paesi, tra cui Regno Unito, Giappone, Germania, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. La sua vasta esperienza e il suo approccio strategico si concentrano sull’azione piuttosto che sulla mera messaggistica, che ritiene essenziale per migliorare realmente la reputazione.
• Risultati del sondaggio sull’umore in Israele
Un sondaggio condotto dalla società di ricerche di mercato Shiluv per Brand.IL mostra che gli israeliani sono molto preoccupati per l’immagine internazionale del loro Paese. I risultati principali sono
Il 72% degli israeliani ritiene che Israele sia isolato e rifiutato a livello internazionale.
l 75% ritiene che lo Stato non stia facendo abbastanza per migliorare la propria immagine.
Il 68% afferma che l’immagine offuscata del Paese ha un impatto negativo sulla sicurezza nazionale e personale.
L’80% teme conseguenze economiche, come un aumento della disoccupazione e un calo degli investimenti stranieri e del turismo.
Inoltre, il 58% degli intervistati preferisce nascondere i simboli ebraici e israeliani quando viaggia all’estero e quasi la metà sta considerando di lasciare Israele. Questo riflette una notevole perdita di fiducia, dato che solo il 30% non è interessato ad assumere la cittadinanza straniera.
• Obiettivi strategici e aspettative
Brand.IL si è posto l’obiettivo di migliorare la posizione di Israele nell’NBI, passando dall’attuale 46° posto a un posto tra i primi 30. Questo obiettivo si basa sul successo di Brand.IL. Si ispira alle storie di successo di Paesi come la Corea del Sud e gli Emirati Arabi Uniti, che hanno migliorato significativamente la loro immagine internazionale grazie a simili iniziative.
Il team di Anholt lavorerà con i principali responsabili di vari settori, tra cui il governo, l’esercito, le imprese, l’alta tecnologia e il mondo accademico, per sviluppare un quadro strategico per gli sforzi di rebranding di Israele. La classifica dei Paesi dell’NBI si basa sui seguenti criteri: Esportazioni, governance, cultura, popolazione, turismo, investimenti e immigrazione.
• Ulteriori implicazioni
L’indagine mostra l’urgente necessità di sforzi strategici per contrastare la percezione negativa che ha fatto seguito agli eventi del 7 ottobre e alla successiva guerra di Gaza. L’obiettivo generale è quello di rafforzare l’immagine di Israele nel mondo, migliorando così la sua sicurezza, la resilienza economica e lo status generale sulla scena internazionale.
In questo percorso di branding, la collaborazione con Simon Anholt è un passo importante per cambiare la percezione di Israele nel mondo e affrontare le sfide immediate e a lungo termine poste dall’attuale immagine internazionale del Paese. Continua a leggere su NsI