È passato esattamente un anno da quando, in un sabato mattina d’ottobre israeliano, la furia e la barbarie si sono abbattute su donne, uomini e bambini

Era il 7 ottobre, esattamene 365 giorni fa, quando abbiamo assistito a quello che è entrato a pieno titolo nel più efferato massacro di ebrei dalla Shoah.
Quel giorno, l’empatia umana è venuta meno. Ha lasciato il posto al più profondo istinto animale, quello che ha spinto uomini a crivellare, trucidare, stuprare, decapitare, esseri umani

E dove non sono stati risparmiati nemmeno gli animali domestici.

1200 persone che dormivano nei propri letti, al sicuro – credevano – nelle proprie case e che alle 06:32 di quel sabato mattina sono state svegliate di soprassalto da grida, spari e sirene di avvertimento. Solo in quella mattinata, Hamas sganciò su Israele oltre 5000 missili. Tra gli abitanti dei kibbutzim colpiti dall’attacco, anche moltissimi sopravvissuti della Shoah, catapultati ancora una volta in quell’orrore. Ed è impossibile non pensare al vaticinio di Primo Levi quando affermò “è accaduto, può accadere ancora”.
Ed è successo.
Quel giorno, sono state raccolte innumerevoli prove fotografiche e videografiche dello scempio compiuto tra i civili e il personale militare israeliano dalla frangia jihadista palestinese di Hamas. Sono immagini forti, atroci, sconvolgenti, non per tutti gli stomaci Continua aleggere su adochnews