Eventi
L’Italia ebraica e le “case di vita”

L’Italia ebraica e le “case di vita”

Giovedì 20 aprile il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara inaugurerà una nuova mostra. “Case di vita. Sinagoghe e cimiteri in Italia”, i cui curatori sono Andrea Morpurgo e il direttore del Meis Amedeo Spagnoletto, si presenta come un...

“Uguaglianza, diritto e giustizia”

“Uguaglianza, diritto e giustizia”

Inizierà da Torino l’impegno di “Art. 3: diversi tra uguali”, progetto nazionale sviluppato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara. Sei incontri in altrettante città...

Attualità
«America for ever»

«America for ever»

di Marcello Cicchese Vediamo quali sono le conclusioni che si possono trarre a questo punto dalla politica americana. Biden dice che Putin deve pagare il prezzo della sua aggressione all'Ucraina, e quindi lì la guerra deve andare avanti, costi quello che costi....

Uomini e faine

Uomini e faine

  Il seguente articolo è uscito sull'ultimo numero del periodico mensile "Nuovo Monitore Napoletano". Ci è stato inviato direttamente dall'autore, un nostro fratello in fede che sentitamente ringraziamo per il suo lavoro e per lo sforzo che ha fatto per...

Antisemitismo-Antisionismo

Antisemitismo-Antisionismo

Riceviamo da Gerusalemme, con gratitudine e apprezzamento, questo prezioso contributo. di Fulvio Canetti Nel passato l’antisemitismo, sorto sulla ‘’diffamazione del sangue’’ ha padroneggiato tra le masse, oggi è l’antisionismo politico che ha preso a pieno titolo il...

Israele, come sarà l’offensiva finale

Israele, come sarà l’offensiva finale

di Edward Luttwak L'obiettivo bellico di Israele è la vittoria, ma questa realtà sembra suscitare grande imbarazzo tra amici e nemici L'obiettivo bellico di Israele è la vittoria, ma questa realtà sembra suscitare grande imbarazzo tra amici e nemici. Anche quando la...

Resoconti e Testimonianze
Caifa, Kissinger e la CIA

Caifa, Kissinger e la CIA

News del 9 novembre 2023 Traduzione di Monica Tamagnini I capi sacerdoti e i farisei, quindi, radunarono il Sinedrio e dicevano: “Che facciamo? Perché quest'uomo fa molti miracoli. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui; e i Romani verranno e ci distruggeranno,...

Betlemme e Beniamino

Betlemme e Beniamino

News del 5 novembre 2023 Traduzione di Monica Tamagnini Una storia terrificante contenuta nei capitoli 19-20 del Libro dei Giudici si applica ai recenti eventi sul pianeta terra: il massacro terroristico del 7 ottobre 2023 da Gaza. Sodoma rivisitata Giudici 19-20...

Sodoma, Gerico e Babilonia

Sodoma, Gerico e Babilonia

News del 3 novembre 2023 Traduzione di Monica Tamagnini • “Dio non è lento nella sua promessa, come alcuni reputano lentezza, ma è paziente verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti giungano al pentimento” (2 Pietro 3:9). • Allora YHVH vide che la...

Non hai molti amici qui, amico

Non hai molti amici qui, amico

News del 2 novembre 2023  Traduzione di Monica Tamagnini Ciò avvenne ai giorni di Achaz. . . Quello . . . il re di Aram e . . . il re d'Israele salì a Gerusalemme per farle guerra. . . Il cuore di Achaz e quello del suo popolo tremarono come gli alberi della foresta...

Il raccolto del seme del drago

Il raccolto del seme del drago

News del 31 ottobre 2023 Traduzione di Monica Tamagnini Una delle visioni profetiche più potenti del Libro dell'Apocalisse si trova nel capitolo 12 – il grande segno in cielo: Apparve nel cielo un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi...

Un laccio, una trappola e spine negli occhi

Un laccio, una trappola e spine negli occhi

News del 29 ottobre 2023 Traduzione di Monica Tamagnini Allora YHVH parlò a Mosè nelle pianure di Moab presso il Giordano di fronte a Gerico, dicendo: . . «Parla ai figli d'Israele e di' loro: Quando avrete attraversato il Giordano per entrare nel paese di Canaan,...

Archeologia
Aggiornamenti di Archeologia

Aggiornamenti di Archeologia

Anche se pur deluso per la mancata conferma del viaggio EDIPI di archeologia biblica, Dan Bahat continua a segnalarci le novità archeologiche di Israele. L'ultima scoperta riguarda una chiesa bizantina del VI secolo. I resti di una maestosa chiesa bizantina del VI...

Viaggio di archeologia biblica di fine anno con Dan Bahat.

Viaggio di archeologia biblica di fine anno con Dan Bahat.

Con grande rammarico, a causa dello sparuto numero di adesioni (solo 11 e 5 eravamo della mia famiglia), mi vedo costretto ad annullare il progetto del viaggio archeologico di fine anno. Ho già avvisato il prof. Dan Bahat e Sharon Nizza che mi hanno fiancheggiato fin...

Recensioni

Due moderni racconti antitotalitari

Due moderni racconti antitotalitari

Commento di Diego Gabutti Ritorno dall’URSS, il pamphlet del 1936 col quale André Gide metteva in guardia l’intellighenzia occidentale dagli ultracorpi stalinisti di cui paventava l’invasione, ha fondato un genere letterario: il memoir antitotalitario, erede diretto...

‘Gli scomparsi’ di Daniel Mendelsohn

‘Gli scomparsi’ di Daniel Mendelsohn

Un libro sulla Shoah che ha molto da insegnare: 'Gli scomparsi' Recensione di Ugo Volli I libri di narrativa e soprattutto la memorialistica intorno alla Shoah sono tantissimi. Qui voglio parlare di uno romanzo/saggio/memoria che mi ha colpito molto non solo per una...

Yehoshua Kenaz (1937-2020)

Yehoshua Kenaz (1937-2020)

Commento di Lara Crinò All’inizio del suo romanzo più famoso, Non temere e non sperare (1986) lo scrittore israeliano Yehoshua Kenaz, scomparso a 83 anni dopo aver contratto il coronavirus, scrive: «Una voce interiore mi diceva che ci sarebbero state prove difficili e...

L’Italia e le leggi razziste del 1938

L’Italia e le leggi razziste del 1938

Recensione di Diego Gabutti Banalizzare le leggi razziali del fascismo è un classico per chi rivendica l’eredità di Mascellone. Be’, dicono, c’erano queste benedette leggi razziali, okay… nessuno però le rispettava, a parte qualche fanatico. Erano state pensate per...

Fantascienza, per ora

Fantascienza, per ora

Commento di Diego Gabutti Come quando si sogna di dover ancora sostenere gli esami di maturità, o (i più anziani) di non aver fatto il servizio militare, ogni tanto appare un libro che mette in scena l’incubo di un’Europa alternata, parallela, in cui gli Alleati sono...

Rassegna Stampa
Foto dal post di Progetto Dreyfus ... See MoreSee Less
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Articolo di oggi su Il Foglio sul BDS di Daniela SantusBOICOTTARE L’IMBROGLIO BDSL’antisemitismo nelle università e al supermercato. Perché il movimento “Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni” non ha nulla a che vedere con la difesa dei diritti umani ma è una minaccia per Israele e pure per le democrazie occidentalidi Daniela SantusChe ne dite? Li boicottiamo i datteri coltivati aGerico (Autorità palestinese) ma trasportati da ditte israeliane? La richiesta formulata da alcuni soci Coop di boicottare i prodotti israeliani ripropone il tema, mai sopito e sempre nefasto, del boicottaggio delle merci prodotte in Israele o trasportate da vettori israeliani o vendute da ditte che hanno rapporti con Israele. Il tutto deriva dalle campagne promosse dal movimento Bds (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni), nato nel 2005 – l’anno in cui, ironia della sorte, Israele ha evacuato tutti gli insediamenti ebraici dalla Striscia di Gaza – grazie all’impegno, tra gli altri, di Omar Barghouti, autodefinitosi attivista per i diritti umani. Un movimento, quello del Bds, contro cui si è nuovamente espresso l’Ufficio federale tedesco per la Protezione della Costituzione, classificandolo come movimento estremista palestinese. Secondo i tedeschi infatti, dopo l’attacco di Hamas contro Israele, i gruppi affiliati al Bds hanno preso parte a raduni anti israeliani in cui veniva richiesto di porre fine all’esistenza dello Stato d’Israele. C’è da dire che il Bundestag (parlamento tedesco) già nel 2019 aveva condannato il movimento Bds come antisemita, invitando le regioni, le città e i piccoli comuni a non sostenere gli eventi organizzati dal movimento stesso.Di fatto i tedeschi non sbagliano: in questi quasi 20 anni di attività è chiaro che si tratta di un movimento che nulla ha a che vedere con la difesa dei diritti umani, come invece ha scelto di presentarsi ingannevolmente al mondo. Il profilo di Barghouti ne è la prova. Nato in Qatar da genitori palestinesi, è cresciuto in Egitto e ha conseguito un primo master negli Stati Uniti, alla Columbia University. Già, proprio la stessa università che ha recentemente ricevuto il plauso dall’Iran per le proteste studentesche contro Israele. Successivamente si è sposato con una donna arabo-israeliana, riuscendo così a ottenere lo status di residente permanente in Israele. Da allora, nonostante ci sia ancora chi crede alle narrazioni sull’apartheid israeliana, ha conseguito un secondo master e un dottorato in Etica presso l’Università di Tel Aviv. Davvero una situazione paradossale, pensando al fatto che Barghouti – tra i principi fondanti del movimento Bds – inserirà il boicottaggio accademico delle istituzioni, degli studiosi e degli studi israeliani. Come riporta il Jerusalem Insitute of Justice, Barghouti “ha goduto di benefici inestimabili dalle istituzioni accademiche israeliane, ma promuove attivamente il boicottaggio di quelle stesse istituzioni”. E questo nonostante il fatto che, da quel che sostengono le fonti palestinesi, al momento della scelta dei suoi studi, ci sarebbero state ben 12 università palestinesi in Cisgiordania, una a Gerusalemme Est e nove a Gaza. Nonostante ciò, invece di scegliere di studiare in una qualsiasi di queste istituzioni accademiche palestinesi, come ci si aspetterebbe da un attivista del nazionalismo palestinese, Barghouti consegue ben due titoli accademici a Tel Aviv, presso un’università israeliana.Il Bds, sostiene Barghouti, è un “movimento non violento per i diritti umani che promuove la libertà, la giustizia e l’uguaglianza per il popolo palestinese”. Lotta contro l’oppressivo regime israeliano, ma non contro i singoli individui. Eppure, nel maggio del 2016, intervistato dal Jerusalem Post, Barghouti si spinge ad affermare che i palestinesi che interagiscono con gli israeliani sono “clinicamente deliranti”. Per non parlare di tutte le volte che il nostro difensore dei diritti umani ha pubblicamente disapprovato la soluzione a due stati, sostenendo di preferire l’esistenza di un unico stato palestinese, eventualmente con la presenza di una piccola minoranza ebraica al suo interno. Asuo dire, uno stato ebraico e uno palestinese affiancati saranno sempre incompatibili. Mentre il Bds sembra, agli occhi dell’occidente sprovveduto, sostenere l’autodeterminazione di un popolo, di fatto il cuore del movimento mira a distruggere quella di un altro. Non per niente Barghouti parla di apartheid israeliano nonostante non lo abbia mai vissuto, di violenza sui bimbi palestinesi, senza mai condannare gli attentati suicidi compiuti dai palestinesi sui bus, nelle discoteche, nelle pizzerie, sugli scuolabus israeliani; arringa i suoi seguaci sui temi della colonizzazione, senza spiegare i rifiuti palestinesi alla creazione di un proprio stato e negando la violenza e la persecuzione contro gli ebrei nei paesi arabi. Relativamente al 7 ottobre, si concentra sul plauso agli studenti che occupano le università e terrorizzano gli studenti ebrei, senza menzionare – nemmeno in questo caso – le vittime israeliane e i rapiti (neppure i piccoli Bibas meritano la sua attenzione), affermando che “la solidarietà degli studenti ha contribuito a educare il mondo sull’occupazione israeliana e sull’apartheid, smascherando l’ipocrisia – e le tendenze repressive – di alcune delle università più prestigiose del mondo con investimenti in aziende che mettono il profitto prima delle persone e del pianeta”. Boicottando gli accademici e la cultura d’Israele e rifiutando di insegnare che ci sono due o più lati in ogni storia, il movimento Bds promuove una cultura che privilegia una visione ristretta rispetto all’apprendimento equilibrato. Quando non promuove apertamente la menzogna, com’è accaduto – tra gli esempi più vergognosi – quando l’account Twitter ufficiale del Comitato nazionale palestinese Bds ha postato un’immagine spacciandola come foto delle vittime palestinesi della guerra del 1948 (guerra scatenata, tra l’altro, dagli eserciti arabi otto ore dopo la nascita d’Israele). Si trattava in realtà di una foto scattata nell’aprile del 1945, nel lager nazista di Nordhausen. Non ci si deve pertanto stupire se proprio tre partiti neonazisti tedeschi (Die Rechte, Der Dritte Weg e NPD, fortunatamente con percentuali a ridosso dello 0 per cento) abbiano fatto e facciano propaganda a favore del Bds. Notiamo non senza qualche interesse che, da questa follia, si è dissociato persino il partito AfD, che i nostri commentatori politici definiscono di estrema destra. Il 17 maggio 2019, AfD ha infatti presentato al Bundestag tedesco un disegno di legge dal titolo “Condannare il movimento Bds - proteggere l’esistenza dello Stato d’Israele”.I nostri giovani boicottatori in kefiah conoscono davvero i loro alleati? Sanno di ritrovarsi in compagnia di quelli che furono i seguaci e gli alleati di Hitler? Ritengono con cognizione di causa che questi siano i migliori compagni di strada per riuscire efficacemente a promuovere i diritti umani? E se anche accettassero di compiere un tratto di strada con i gruppi neonazisti (ovviamente minoritari, non lo mettiamo in dubbio), pensano sinceramente che l’autodeterminazione di un popolo, quello palestinese, debba avvenire a scapito di quella del popolo ebraico, scacciato dal fiume al mare? A meno di voler sostenere l’hitleriana soluzione finale, chi si preoccupa di diritti umani dovrebbe farlo sostenendo i diritti e la dignità di tutte le persone: solo allora potremo sperare in un futuro di pace. Invece, convinti che il movimento Bds sia allineato con le cause della sinistra occidentale e che Israele sia davvero uno stato bianco (la storia dei falasha non la conosce nessuno) che pratica l’apartheid e il razzismo, molti occidentali sono caduti nella trappola e hanno finito col credere, trasformando tutto in una farsa, che i già citati partiti neonazisti stiano dalla parte del bene comune, nonostante i loro slogan non lascino spazio a dubbi. Ma chi mai andrà a studiare le posizioni politiche di tre partiti neonazisti tedeschi che, pur essendo riusciti a ottenere risultati sostanziali a livello regionale e municipale nell’Est della Germania, non sono riusciti a entrare in Europa né a queste né alle scorse elezioni? In fondo uno dei nostri problemi sta nel nostro provincialismo, semplicemente non ci interessa. Eppure si dovrebbe sempre studiare, per rispetto della storia. Infatti secondo un rapporto dell’intelligence bavarese, a partire dal 2019 questi partiti raccomandavano il boicottaggio d’Israele affermando, sui propri manifesti elettorali: “Israele è la nostra disgrazia”. Una frase, questa, che ai più potrebbe apparire una innocente critica allo Stato d’Israele, se non fosse che evoca lo slogan dello storico antisemita tedesco del XIX secolo, Heinrich von Treitschke: “Gli ebrei sono la nostra disgrazia”. E addirittura già dieci anni prima, Jürgen Rieger, un negazionista della Shoah allora vicepresidente dell’Npd, sollecitava i tedeschi a boicottare Israele. Da ciò si può ben comprendere come il movimento Bds rappresenti una minaccia non soltanto per Israele, ma anche per le nostre democrazie. E non perché stia causando danni finanziari alle ditte sottoposte a ipotetico boicottaggio, ma perché sta modificando le opinioni della prossima generazione di leader in America e in Europa: quelli che ora studiano nelle università e non sanno più riconoscere il pericolo reale derivante dai totalitarismi che stanno offuscando le loro menti.Invece tutto sembra soltanto un gioco da bambini. Quando leggo le liste dei prodotti da boicottare, è come essere al cinema per l’ennesimo cine-panettone all’italiana. Tanto lo sappiamo tutti che quei prodotti non li boicotterà mai nessuno: ve li immaginate i nostri boicottatori di professione astenersi dal consumare una Coca Cola ghiacciata in estate? O una Fanta, una Sprite, un Tropical: certo, sarebbe meglio bere acqua, più salutare e politically correct. Ma non dovranno acquistare neppure Evian, Volvic, San Pellegrino o Perrier, d’altra parte perché spendere soldi quando si può risparmiare e contestualmente boicottare Israele? Tuttavia anche “l’acqua del sindaco” potrebbe essere una scelta non percorribile: la premier Meloni lo scorso anno, incontrando Netanyahu e parlando dei problemi legati alle nostre infrastrutture idriche, ha affermato: “Israele ha fatto un lavoro straordinario e questo credo che sia uno dei tanti settori su cui la nostra cooperazione può aumentare”. Direi che, per essere totalmente certi di non favorire Israele in alcun modo, non resterà che riempire le borracce alle sorgenti dei fiumi, sempre sperando che l’Italia non sigli un accordo per lo sviluppo della tecnologia israeliana di inseminazione delle nuvole allo scopo di ottenere pioggia nelle regioni più siccitose. Fare la spesa diventa un problema politico e i Bds nostrani faticheranno a evitare tutti i prodotti che hanno inserito nelle loro liste dell’odio. Se infatti potranno trovare un’alternativa alle crocchette Purina o Friskies per il cucciolone di casa, rinunciare ai Baci Perugina o agli After Eight da regalare alla nonna sarà più difficile, non fosse altro che per il fatto che la Perugina applica buone pratiche di sostenibilità durante le fasi di lavorazione del suo cioccolato. Potrebbe sembrare semplice boicottare Disneyland, Mc Donald’s e Burger King, ma quando nella lista compaiono Nokia, Intel e l’industria farmaceutica Teva la situazione diventa davvero problematica. Per non parlare del fatto che – dopo aver riempito la borraccia con l’acqua di sorgente – si dovrà resistere alla tentazione di farla diventare frizzante con le bollicine create da SodaStream. Questo è l’esempio più lampante dell’ipocrisia.SodaStream, come sappiamo, è quell’azienda israeliana che fabbrica dispositivi per produrre acqua frizzante in casa. Avrebbe dovuto trattarsi di un’azienda leader per quanto riguarda la tolleranza e la conoscenza reciproca tra i lavoratori: una sorta di start up della pace. La fabbrica aveva infatti aperto i battenti in Cisgiordania assumendo principalmente operai palestinesi con stipendi analoghi a quelli pagati in Israele (circa quattro volte superiori alla media di quelli nei Territori) e fornendo ai lavoratori e alle loro famiglie allargate anche l’assicurazione medica, un benefit che ben pochi datori di lavoro in Cisgiordania garantiscono ai dipendenti. Forte della convinzione che soltanto grazie alla reciproca conoscenza si sarebbe potuto abbattere la diffidenza, SodaStream aveva assunto anche lavoratori israeliani, sia arabi che ebrei, mettendoli nella condizione di lavorare tutti insieme, imparare a vicenda, magari sviluppare rispetto reciproco e persino amicizie. Nel 2014, con oltre 500 dipendenti, SodaStream era diventata uno dei maggiori datori di lavoro privati in Cisgiordania. Tuttavia lo spietato boicottaggio internazionale da parte dei sostenitori della campagna Bds costrinse l’azienda a chiudere i battenti in Cisgiordania per riaprirli in Israele, nel deserto del Negev: qui vennero assunti 1.400 arabi beduini. L’unico evidente risultato ottenuto dai Bds è stato quello di privare i palestinesi di buoni posti di lavoro e di impedire uno slancio economico nei Territori.Se dunque al movimento Bds non interessa il benessere dei palestinesi, è evidente che il suo unico scopo sia la possibilità di arrecare danno a Israele. Così, quando risulta difficile arrecare danno a Israele si finisce con l’auto-boicottaggio, proprio come sta avvenendo in alcune nostre università dove tutto viene ammantato dal timore di “dual use” e la pace si trasforma in mantra pericoloso. In alcuni casi si è giunti a inquadrare la questione del boicottaggio delle ricerche accademiche in termini talmente ampi da ripudiare in toto tutto ciò che ha un sapore militare e bellico, anche se totalmente nazionale. Bello, vero? Una forma di pacifismo talmente drastico, come mi suggeriva simpaticamente un collega, da diventare autofagia, ovvero quel processo biologico in cui una cellula mangia se stessa, in assenza di altro da mangiare. Eppure, a sostegno di questo auto-boicottaggio si sventola l’articolo 11 della nostra Costituzione, affermando che l’Italia ripudia la guerra (motivo per cui si sarebbe tanto voluto boicottare la ricerca israeliana perché, se pure fosse una ricerca volta a limitare il problema della fame nel mondo, gli israeliani non riescono a evitare di rispondere in armi ai massacri che i palestinesi compiono ai danni della popolazione israeliana). E a nulla serve ricordare a questi auto-boicottatori che l’art. 11 fa riferimento alla guerra come a strumento di offesa e non come a strumento di difesa. Diversamente perché l’art. 78 direbbe che sono le Camere a deliberare lo stato di guerra? E perché l’art. 52 afferma che la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino? Così, non riuscendo a boicottare Israele, gli stessi boicottatori giocano la carta della pace mondiale. Chi non lo desidererebbe? Però non si capisce di quale pace stiano parlando. I sottomessi all’Isis di Raqqa o Mosul vivevano in pace? Forse qualcuno penserà di sì: bastava farsi crescere la barba e indossare un niqab. Ma siamo sicuri fosse davvero sufficiente? Quello di cui siamo certi è che i datteri di Gerico o i pompelmi di Jaffa erano l’ultimo dei loro problemi. E che dire degli ucraini? Immagino che molti penseranno che gli ucraini, in nome della pace universale, avrebbero dovuto sottomettersi a Putin fin dall’inizio. Forse dovremo farlo anche noi, in un prossimo futuro. E’ questo ciò che il movimento Bds e pacifista ci propone? Un futuro da sottomessi al dittatore di turno? E se i nostri figli non volessero sottomettersi, dovranno combattere a mani nude?Credo sia giunta l’ora di abbandonare il nostro provincialismo e di risvegliarci finalmente europei. L’Ue dovrebbe impegnarsi politicamente per fermare questo scempio, per lo meno all’interno dei suoi confini. Il desiderio di annientare Israele ci sta facendo sprofondare in un baratro di debolezza di cui qualcuno non tarderà ad approfittare. Perché se è vero che i parlamenti di diversi paesi hanno già approvato risoluzioni, per lo più simboliche, di condanna del Bds (Austria, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, anche se quest’ultimo non è più nell’Ue), è altrettanto vero che senza un impegno forte e comune difficilmente si otterranno risultati. Ormai è giunto il momento – anche vedendo quanto sta accadendo nelle nostre università – di esprimere una posizione vincolante, per certo più incisiva delle semplici parole espresse dall’allora vicepresidente della Commissione Mogherini nel 2016: “L’Ue respinge i tentativi della campagna Bds di isolare Israele e si oppone a qualsiasi boicottaggio di Israele”, cui è seguito il nulla di fatto. Non è più soltanto una questione di datteri alla Coop, ne va della nostra stessa esistenza.#UAII #unioneassociazioniitaliaisraele #BDS ... See MoreSee Less
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Anche per il Fatah di Abu Mazen, nessuno stato ebraico “dal fiume al mare”. Lo dicono in tv e nelle scuole: non è un conflitto sui confini ma sull’esistenza “o noi o loro”. E il sangue palestinese sarà “il carburante” per invadere le città israeliane Vedi www.israele.net/ ... See MoreSee Less
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⭕️Certi palestinesi, troppi in ogni caso, educano i loro figli a essere martiri terroristici dal momento in cui nascono, e nel farlo abusano di loro. E dopo che i loro pargoli vengono eliminati,che prima chi dopo, cominciano a lamentarsi col mondo.È importante condividere come questi mostri allevano i loro figli. ... See MoreSee Less
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NON C'è FUTURO PER GLI EBREI IN FRANCIA | di Giulio MeottiIl rabbino Moshe Sebbag consiglia ai giovani francesi di andarsene. Non sa più chi sia il pericolo peggiore, mentre gli attacchi e le profanazioni si moltiplicano. Non c'è un futuro per gli ebrei francesi. Solo in una settimana, arresti per un complotto terroristico contro gli ebrei, uno stupro di gruppo antisemita e una aggressione ad adolescenti ebrei fuori da un cinema di Parigi. “Oggi è chiaro che non c’è futuro per gli ebrei in Francia”, ha detto il rabbino Moshe Sebbag al Jerusalem Post. “Dico a tutti i giovani di andare in Israele o in un paese più sicuro”. Sebbag, rabbino capo della Grande sinagoga di Parigi, continua: “Molte famiglie ebree ashkenazite qui da prima della Seconda guerra mondiale non potevano pensare di votare per il Rassemblement, eppure la sinistra è stata antisemita negli ultimi tempi. Gli ebrei sono nel mezzo perché non sanno chi li odia di più”. Il presidente del concistoro ebraico delle Alpi-Provenza, Zvi Ammar, confessa a CNews che “per non vivere più nascosti e insicuri”, sempre più ebrei sono pronti all’aliyah, a trasferirsi in Israele. “Nella bocca delle persone di ogni casa ebraica arriva la domanda: ‘Noi abbiamo ancora un futuro in Francia?’. Fa molto male. Quando una persona si sente minacciata e in pericolo, pensa di andare altrove. Oggi le persone si sentono più sicure in Israele, nonostante sia un paese in stato di guerra”. L’anno scorso, 1.100 ebrei francesi sono partiti per Israele. Quest’anno saranno 4.500, secondo le stime. Dal 1972, oltre centomila ebrei francesi sono partiti per Israele (su mezzo milione). Prima del 2012, cinquecento ebrei lasciavano la Francia ogni anno. Numeri decuplicati. I leader delle comunità ebraiche hanno sostenuto Emmanuel Macron al primo turno, ma al secondo sono nell’angoscia di una scelta tra la sinistra antisemita di Jean-Luc Mélenchon e la destra lepenista che cerca di darsi una ripulita. Serge Klarsfeld, una vita nel fronte antifascista e democratico, cacciatore di nazisti, che i neonazisti provarono a uccidere con una bomba, con la moglie Beate ha denunciato il passato nazista dell’allora cancelliere tedesco Kurt Georg Kiesinger, ha fatto catturare l’ufficiale delle SS responsabile dello sterminio di tremila ebrei polacchi Joseph Schwammberger e processare Maurice Papon, il prefetto che fu funzionario di Vichy, ha fatto scalpore per aver detto di votare la destra lepenista. Come lui, il filosofo Alain Finkielkraut. Una settimana fa, una ragazzina di dodici anni ha subìto uno stupro di gruppo a Courbevoie, un quartiere vicino alla Defense. E’ stata trascinata in un capannone da una banda che, secondo la polizia, “l’ha costretta a penetrazioni anali e vaginali, fellatio, mentre pronunciavano minacce di morte e commenti antisemiti”. C’era anche il fidanzato. Non solo, rivela la madre della vittima: dopo averla violentata l’hanno costretta a convertirsi all’islam e a “giurare su Allah” che non lo avrebbe detto a nessuno. La “logica” del 7 ottobre è uscita dai confini di Israele per entrare nei “territori perduti” della République.Testo | Il Foglio #antisemitismo #ebrei #Francia #pericolo ... See MoreSee Less
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⭕️Il Ministro degli Esteri libanesea Israele: “Siamo interessati al cessate il fuoco e alla pace al confine”Il ministro degli Esteri libanese Abdallah Habib ha inviato un insolito messaggio speciale al ministro degli Esteri Israel Katz dicendogli che il Libano non vuole che scoppi la guerra tra di loro.Il ministro Katz ha detto ad Habib che "dobbiamo riportare i nostri residenti alle loro case, se ciò non avviene attraverso una soluzione diplomatica, sarà una guerra". Il ministro degli Esteri azero Bairamov ha detto che in Libano lo hanno scelto per trasmettere il messaggio perché loro sono consapevoli delle buone relazioni che esistono tra l'Azerbaigian e Israele. ... See MoreSee Less
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ISRAELE: HAMAS CELEBRA ATTENTATO A KARMIEL COSTATO LA VITA AD UN RAGAZZO DI 19 ANNIHamas ha celebrato l'attacco terroristico di oggi avvenuto in un centro commerciale nella città di Karmiel, nel nord di Israele, in cui è stato ucciso a colpi di coltello il sergente fuori servizio Aleksandr (Sasha) Iakiminskyi, 19 anni, di Nahariya, per mano un arabo-israeliano di Nahf, Jawwad Omar Rubia, è stato a sua volta colpito e neutralizzato.L'organizzazione terrorista che controlla la Striscia di Gaza ha definito l'attentato come una "risposta naturale" alle operazioni di Israele a Gaza e nella cosiddetta Cisgiordania, aggiungendo poi che gli attacchi sono l'unico modo per "difendere i diritti" dei palestinesi e per "liberare la loro terra", per poi descrivere l'aggressore come "uno degli eroi del nostro popolo", il tutto senza rivendicare la paternità dell'accoltellamento.Dal canto suo il sindaco di Nahf, Muhammad Zuri, ha condannato l'attacco, sottolineando che la sua città mantiene da tempo buoni rapporti con le comunità ebraiche vicine. "Spero che questo non rovini questi rapporti. C'è indignazione nel villaggio per questo incidente e speriamo che rimanga un caso isolato", ha affermato. #attentatp #terrorismo #terrorismopalestinese #terrorismoarabo #terrorismoislamico #terrorismoantisraeliano #palestinesi #terrorismoantiebraico #Hamas ... See MoreSee Less
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OLTRE LA SHOAH, IL MASSACRO DEGLI EBREI DI KIELCE | di David SpagnolettoCon il termine Shoah si identica il genocidio nei confronti del popolo ebraico perpetrato dalla Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Quell’odio verso un popolo, la cui “colpa” è quella di rimanere fedele alle proprie osservanze e tradizioni però, non perse il suo fervore all’alba di un nuovo giorno.I pogrom del Dopoguerra non smisero di colpire gli ebrei, né è prova il caso Kielce. Siamo al 4 luglio 1946. Il secondo conflitto mondiale è terminato da quasi un anno e nella città della Polonia centromeridionale si manifesta un’efferata violenza di civili su altri civili ebrei, che fino al 1939 erano un terzo della popolazione (24 mila persone) prima che i nazisti dichiarassero la città Judenrein, libera da ebrei.Dopo la guerra torneranno solo in 200, numero che non può far pensare a un controesodo, ma un mero ritorno a casa di pochissimi uomini che avevano vissuto l’Inferno. Di questi, 42 verranno uccisi dai loro vicini di casa, in quello che prenderà il nome di caso Kielce.Al loro rientro il clima per i sopravvissuti è ostile: all’antisemitismo si mischia un odio politico in funzione filosovietica, i cui capofila sono i comunisti polacchi. L’accusa storica dell’omicidio rituale trova la sua attualizzazione il primo luglio ’46, quando Henryk Blaszczyk, 8 anni sparisce dalla città, in cui fa ritorno dopo due giorni, raccontando di essere scappato da una palazzo abitato da ebrei che volevano ucciderlo per impastarne il sangue...[Continua a leggere l'articolo sul nostro blog >> www.progettodreyfus.com/ebrei-kielce/ ]#AccaddeOggi #4Luglio1946 #antisemitismo #pogrom #Kielce #ebrei #Polonia #PERNONDIMENTICARE ... See MoreSee Less
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